C’e’ una trattativa in corso. Oggi pomeriggio c’e’ un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. Abbiamo chiesto alcune cose. Che ci sia un impegno per i primi quattro anni per i dipendenti e chiediamo alla Fiat di attuare tutte le condizioni di questa nuova attivita’ per poter procedere e chiediamo che si accompagnino i lavoratori. Se si determineranno le condizioni oggi pomeriggio allora troveremo l’intesa. Abbiamo il mandato dei lavoratori. Parla cosi’ alla Telefonata di Maurizio Belpietro, il segretario della Fiom.
A Dr si chiede il totale riassorbimento dei dipendenti, mantenendo invariato il trattamento economico-normativo, e alla Fiat di accompagnare con incentivi i lavoratori che sono vicini alla pensione. Con queste richieste la Fiom si siederà oggi al tavolo aperto al ministero dello Sviluppo economico sullo stabilimento Fiat di Termini Imprese che sta per chiudere i battenti, passando la mano alla Dr Motors della famiglia molisana Di Risio . A ribadire la posizione dei metalmeccanici è il segretario Maurizio Landini, ospite della Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5. Pur non essendo d’accordo con la chiusura di Fiat – ha ribadito Landini – abbiamo ricevuto mandato dai lavoratori che, se saranno soddisfatte queste condizioni, si può provare a ritrovare un’intesa. Ma non è questo l’unico fronte aperto. A poche ore dalla presentazione del nuovo esecutivo guidato da Mario Monti, la Fiom detta le condizioni sulle politiche economiche: no alla riforma delle pensioni e niente modifiche all’articolo 18. Noi chiediamo discontinuità con i provvedimenti del governo precedente dice Landini, secondo cui il problema non è mettere mano alle pensioni di anzianità, dove si è già dato: Essendo il sistema in equilibrio non ha bisogno di ulteriori provvedimenti. Semmai occorre intervenire sulle disuguaglianze sociali che hanno colpito le nuove generazioni con un precariato non più sopportabile. Fra i provvedimenti da adottare Landini pensa alla patrimoniale, alla lotta all’evasione, alla lotta alla corruzione, secondo il principio di equità: Bisogna iniziare a far pagare chi non ha mai pagato. Quanto all’’articolo 18, non si tocca. Secondo Landini non si crea occupazione con i licenziamenti ma con provvedimenti per la crescita, il problema non è permettere alle aziende licenziamenti più facili, ma serve una politica industriale degna di questo nome. Noi non siamo assolutamente d’accordo a mettere mano all’articolo 18 e allo Statuto dei lavoratori rimarca. E se il nuovo esecutivo lo dovesse fare reagiremmo come avremmo reagito se lo avesse fatto qualsiasi altro governo. Se le misure del nuovo governo non piaceranno, il sindacato è pronto allo sciopero? Dipende, lo sciopero non si esclude per principio replica Landini formulando l’auspicio che il governo, prima di prendere provvedimenti sia in grado di ascoltare e confrontasi.