La Fiat ha deciso di anticipare dal 31 dicembre al 23 novembre l’interruzione della produzione di auto nello stabilimento di Termini Imerese. La decisione ha suscitato numerose e fondate critiche.
Non fa tanto scalpore la data del 23 novembre per cui è prevista la chiusura degli stabilimenti Fiat di Termini Imerese, quanto il fatto che continuiamo ad essere in alto mare rispetto alle famose soluzioni per il rilancio dell’area industriale. Lo ha detto il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso rispondendo ai giornalisti a Palermo che le chiedevano un commento all’annunciata chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Questo mi pare il vero dato drammatico – ha aggiunto – anche se è un giudizio ormai postumo rispetto a questo governo che ha speso molte parole per sostenere che la Fiat è un gruppo innovativo, ma non ha mai speso una parola per difendere l’occupazione e dare risposte agli stabilimenti.
È una scorrettezza da parte della Fiat comunicare la fine della produzione a Termini Imerese a due giorni dalla trattativa al ministero dello Sviluppo con la Dr Motor. Non solo, così facendo dimostra che non ha alcun interesse per i lavoratori, perché indebolisce il confronto aperto con l’azienda molisana. Così il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone, commenta la decisione della Fiat di fermare definitivamente la produzione di auto nello stabilimento termitano a partire dal 24 novembre, mettendo tutti i lavoratori in cassa integrazione fino al 31 dicembre.
Per la Fiom è un modo per mettere pressione proprio in vista della riunione ministeriale di mercoledì. Andremo all’incontro al ministero sapendo che tra dieci giorni la Fiat chiuderà per sempre – conclude Mastrosimone – e senza un ministro, dunque senza la presenza politica. È una notizia drammatica che arriva quando non è stata ancora chiusa la trattativa avviata con Dr Motors per il subentro nell’area industriale di Termini Imerese e che conferma, accrescendo il rammarico, che il nostro stabilimento è l’unico a chiudere in Europa a causa della crisi dell’auto. È questo il commento del sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, all’annuncio di Fiat. Resta una grande amarezza – continua Burrafato – perchè, forse, si poteva fare di più per scongiurare la cessazione dell’attività produttiva. Adesso le nostre speranze sono riposte nel progetto Dr Motors, un piano ambizioso che, comunque, non è in grado di garantire il reimpiego dei 2200 addetti, occupati oggi tra la Fiat e l’indotto. Ci auguriamo che questa notizia non pesi ulteriormente sull’incontro previsto mercoledì prossimo tra la Dr Motors e i sindacati.