Una proposta, nuovo aeroporto per la Sicilia: a Termini Imerese

Il caso della “mazzetta” da 100 mila euro che ha interessato l’aeroporto Falcone e Borsellino non può non suscitare l’amara riflessione che, se non fosse stato scoperto grazie al coraggio della vittima, quella somma di danaro un po per uno l’avremmo poi pagata tutti, assaggiando i deliziosi cannoli, senza accorgerci del loro retrogusto di “salato”, o esportandoli conditi di malaffare.
Stesse considerazioni suscita lo scandalo delle grandi opere dove il cittadino comune non riesce mai a comprendere come vengono dichiarate strategiche, i loro costi esorbitanti, i tempi incerti, i modi di realizzazione discutibili, i risultati spesso deludenti in termini di costi benefici. Stupisce che al centro di questi episodi biasimevoli si trovino persone o società che dovrebbero fare gli interessi della gente, perché espressione di enti pubblici democratici, e che risultano, invece, in tutt’altre faccende affaccendate e in una posizione di maggior potere sciolta dalla politica da cui dipendono. Nel caso dell’aeroporto di Palermo, nessuno si accorge, ad esempio, che i parcheggi sono tra i più cari d’Italia, dai 15 ai 20 euro al giorno, senza riduzione in proporzione alla durata della sosta, quando a Catania, od in altri importanti aeroporti, ci sono tariffe a partire da 3 euro al giorno.
Nessuno ha mai preso sul serio, nel corso degli anni, un collegamento rapido con la rete ferroviaria, lasciando di fatto il monopolio del trasporto da e per l’aeroporto ai privati. E, mentre, a Palermo, si parla di un nuovo stadio per andare incontro sempre ad interessi privati, nessuno degli attori pubblici, Regione, ex Provincia o Comune, ha mai avanzato la proposta di un nuovo aeroporto per soddisfare l’esigenza di mobilità di tantissimi siciliani. Eppure una possibilità in tal senso esisterebbe. Ed è quella di realizzare una nuova infrastruttura aeroportuale nell’area di Buonfornello, nei pressi di Termini Imerese, per la sua centralità, veramente funzionale alle esigenze di mobilità aerea dell’isola. I vantaggi che una tale opera presenterebbe sarebbero innumerevoli.
Si verrebbe a creare un vero aeroporto strategico e competitivo. Sarebbe raggiungibile in tempi ragionevoli ed agevolmente dalla gran parte degli abitanti delle province di Messina, Caltanissetta, Enna ed Agrigento e, perfino, da Catania (un’ora e trenta minuti!), rispetto al cui aeroporto rimarrebbe indenne dagli sbuffi dell’Etna. Non penalizzerebbe per nulla gli abitanti di Palermo, da dove sarebbe raggiungibile in mezzora.
Apporterebbe un decongestionamento del traffico su viale Regione Siciliana ed eliminerebbe, per quanti dalle sopra menzionate province devono recarsi in aeroporto, l’incognita del tempo di percorrenza di tale arteria che mina ogni puntualità, e gli agguati delle supermulte. Potrebbe dare nuovo sviluppo ad una zona depressa dalla chiusura dello stabilimento Fiat. Sarebbe adiacente alla rete autostradale, ferroviaria e marittima, al di là delle analisi che sul loro stato attualmente si possano fare.
E, in particolare, potrebbe entrare in un rapporto sinergico con il porto di Termini Imerese. In un’epoca in cui è la logistica uno dei settori di maggior sviluppo, potrebbe caratterizzare l’aspetto della Sicilia come piattaforma centrale e nevralgica nel Mediterraneo, nonché ponte tra l’Africa, l’Asia e l’Europa. Sulla parte occidentale dell’isola rimarrebbe pur sempre l’aeroporto di Trapani che dalla scelta sopra delineata potrebbe trarre, a sua volta, occasione di potenziamento.

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