Turturici (BS): la crisi economica termitana

In questo momento di crisi socio – economica, per descrivere ciò che sta accadendo a Termini Imerese, non vi è frase più attuale e adeguata di quella che pronunciò Tito Livio:

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (Mentre a Roma si discute, Sagunto cade).

Frase che è entrata negli annali della storia come sinonimo di indecisione, inefficienza, disinteresse e totale inadeguatezza alla risoluzione dei problemi e che fu monito tempestivamente Gridato, nel momento più buio di Palermo, dall’allora Cardinale Pappalardo per far risvegliare le coscienze di una società mortificata.

Termini ha delle vertenze lavorative aperte e senza via di soluzione le cui sorti dipendono dalle decisioni di estranei alla nostra città che non conoscono le esigenze della stessa, ne tantomeno le preoccupazioni e i problemi che stanno creando ai nostri cittadini.

Per porre un esempio la questione Fiat, gestita da Invitalia attraverso il suo AD Arcuri, che sembrava avesse trovato uno sbocco di continuità nell’automotive, oggi sembra essere tornata al punto di partenza con le oggettive conseguenze che creano paure e depressione in chi le vive e nelle loro famiglie.

Ciò non ci deve fare dimenticare i lavoratori di Agrodolce, quelli di Cefalù 20, Blue Boats etc.etc. passando per coloro che ormai da tempo sono disoccupati e senza prospettive.

In più se aggiungiamo la questione Porto di Termini Imerese, che vede infiltrazioni malavitose nelle aziende che svolgono attività all’interno dello stesso, se pensiamo che l’autorità su detta infrastruttura non è di pertinenza termitana e che, per voce di popolo, non è dato sapere da chi sono veicolate le assunzioni, il quadro è identificabile come Catastrofico.

Spero che a partire da subito ognuno di noi cominci a fare la propria parte senza se e senza ma, senza colori di appartenenza politica e con vero spirito di servizio alla cittadinanza.

Mi auguro che troviamo il coraggio per autoreferenziarci e di dar testa a chi gestisce le delicate situazioni termitane facendo capire loro che non si può giocare con la dignità di un popolo, ma soprattutto che non vi possono essere vorrei ma non posso… e/o frasi criptate.

Da ora innanzi c’è bisogno di chiarezza e di rispetto verso la nostra città e il primo Signore che è chiamato ad essere limpido è proprio l’AD di Invitalia che non può permettersi di dire, ad un tavolo informativo come quello svoltosi all’ARS: se qualcuno me lo chiede sono pronto a riaprire alle proposte di offerta, ne tantomeno può permettersi di sbagliare questa partita o di scaricare le proprie responsabilità a chi meglio crede, al contrario, se non vede soluzioni deve dire che è pronto a rimettere il mandato se qualcuno gli e lo chiede.

Venerdì 16 marzo è stato un giorno nero, abbiamo fatto una doccia fredda.

Adesso l’appello va rivolto ai rappresentanti delle istituzioni preposte e in particolar modo alla deputazione siciliana a Roma, alla quale chiedo di porre in essere un interrogazione e/o interpellanza parlamentare sul lavoro sin qui svolto dall’ADVISOR che si sta occupando della questione Termini Imerese e di prendere i giusti provvedimenti se vi sono inadempienze che possano compromettere lo sviluppo economico della nostra società.

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