A settembre diventa operativa la riforma dei tribunali, la cosiddetta “taglia tribunali”. Con questa mossa il governo passato ha immaginato di risparmiare 51 milioni di euro per le casse dello Stato. Sul tribunale di Termini Imerese si concentreranno alcune sedi soppresse, come Cefalù, Corleone e Bagheria.
Io credo che non ci sarà proprio nessun risparmio, perché i costi di questa operazione saranno tutti a carico delle amministrazioni comunali. Il contributo che riceviamo annualmente per coprire i costi del tribunale non sarà certamente più sufficiente. Ed è quasi inutile ricordare che l’amministrazione centrale dello Stato paga con ritardi non sopportabili per il bilancio comunale.
Amministrare la giustizia è una funzione essenziale e irrinunciabile per una democrazia. Ma questo decentramento a costo zero per lo Stato rischia di essere un danno per il funzionamento della giustizia, così come altrettanto disastroso si potrebbe rivelare per i bilanci di quei comuni che si troveranno costretti ad ospitare le sedi soppresse.
I presunti vantaggi della riforma, quindi, rischiano di essere più che altro dei danni. Sarà altissimo anche il costo sociale per tanti cittadini-dipendenti, quelli delle sedi soppresse, che da un giorno all’altro si vedono trasformati in pendolari. Non è giusto, non è giustizia.
Riforma dei tribunali: nessun risparmio e danni per i Comuni
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