Nei giorni in cui la Regione propone un fondo di investimento per attirare di nuovo la Fiat a Termini Imerese, si riaffaccia una vecchia conoscenza: la candidatura della Dr Motor di Massimo Di Risio. Non vi state ingannando. Si tratta della stessa impresa che era stata scelta da Invitalia, advisor del ministero dello Sviluppo economico, all’interno di una rigidissima short list e a seguito di diversi mesi di confronto e controllo dei conti, salvo poi essere cestinata perché ritenuta inaffidabile nei termini dell’investimento che sarebbe stato necessario per rimettere in sesto l’area e accedere ai contributi regionali e statali.
Se a Termini Imerese “vogliono produrre auto, noi rappresentiamo ancora la scelta più giusta”. Le parole dell’imprenditore molisano Massimo Di Risio, che ha rilasciato un’intervista a Quattroruote pubblicata sul numero di giugno e anticipata in una nota d’agenzia, provocano un ovvio effetto amarcord.
Siamo al paradosso: Di Risio ci crede ancora…
Si tratta dello stesso personaggio che aveva promesso di risollevare lo stabilimento ex Fiat diversi mesi fa, salvo poi essere cassato dal Mise perché le banche non erano convinte a concedere credito a un’impresa che non pareva godere di buona salute. Nel maggio dello scorso anno, infatti, tre istituti di credito (Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena) si rifiutarono di concedere un finanziamento per il piano Dr Motor che aveva chiuso un bilancio con 30 milioni di euro di debiti e un fatturato che nel 2011 è stato di 16,4 milioni, a fronte di costi per 26,5 milioni e di una perdita di 11. In Sicilia c’erano già i fondi promessi dal governatore Lombardo pari a circa 178 milioni di euro, ma ne servivano ancora parecchi per raggiungere quota 340 milioni, target stimato per dare avvio al programma di riconversione degli impianti.
Su Termini, però, è tornato l’imprenditore. “Stiamo seguendo un percorso di rilancio industriale che non prevede l’acquisizione dello stabilimento ex Fiat. Però – ha aggiunto – non posso escludere che qualcosa possa accadere”.
Non sembra una buona prospettiva per un’azienda che è passata dalle 5 mila macchine immatricolate nel 2010 alle appena 200 dell’anno scorso, con un taglio della forza lavoro pari a un terzo. Forse per Di Risio la chiave del rilancio di Dr Motor, probabilmente non di Termini, nasce proprio dal centro palermitano. Su un punto è chiaro il patron molisan. “Non abbiamo mai bluffato né fatto mistero delle nostre poche possibilità. I fondi dovevano arrivare in gran parte della Regione Sicilia. Poi ci sono stati tanti problemi politici: la giunta siciliana è caduta. Qualcuno ha voluto far credere che siamo stati noi a generare il problema: invece siamo stati le vittime”.
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