Quando un Diritto viene considerato un Privilegio è perché è raro, prezioso, e purtroppo non riconosciuto a tutti ma solo a pochi

Oggi è il 10 febbraio una giornata importante quanto il 27 gennaio che stimola in tutti noi la riflessione sul tema della libertà individuale e collettiva.

Questo è il pensiero che ho formulato quando ho ascoltato il bellissimo discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (leggi il testo, guarda il video) la sera del 31-12-2019.
Le parole “Diritto” e “Privilegio” sono contenute nella mia congettura sull’egoismo – egocentrismo sociale, da me già spiegata in varie occasioni, cioè:

I Diritti degli altri li chiamiamo Privilegi.
I Privilegi nostri li chiamiamo Diritti.

Nel discorso del Presidente Mattarella del 31-12-2019, che riprende la frase scritta su una sedia a lui regalata, sono citate le parole “Diritto” e “Privilegio”:

Una associazione di disabili mi ha donato per Natale una sedia. Molto semplice ma che conserverò con cura perché reca questa scritta: “Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi”.
Esprime appieno il vero senso della convivenza.

Sia chiaro: essere liberi (la Libertà) non è un “privilegio”, è un Diritto.
L’Uomo è nato per essere libero: è la sua natura.
Ci sono purtroppo persone discriminate, vessate od oppresse che anche oggi, anche nelle nostre società moderne e democratiche, sono costrette a dover lottare per conquistare la loro Libertà, e non sempre la ottengono.

Ci sono persone che vorrebbero negare ai disabili la libertà di circolare liberamente per la città utilizzando autobus e treni, perché le manovre di salita e discesa (quando non sono fisicamente impossibili) ingombrano e ritardano le fermate e le partenze, o perché la presenza in luoghi pubblici urta e da “fastidio” (o fa “senso”, o fa “nausea”). Vorrebbero che queste persone stiano tranquille a casa, dove non disturberebbero nessuno e non sarebbero viste da chi ha fastidio a vederle.

Ci sono persone che vorrebbero negare alle lesbiche, ai gay, ai bisex e ai transex il diritto di baciarsi pubblicamente in strada, come si baciano un uomo e una donna innamorati, perché il loro gesto fa “schifo”, fa “senso”, è “diverso” dalla “normalità”.

Ci sono persone che vorrebbero veder circolare per le strade solo persone appartenenti alla stessa nazionalità e stesso colore di pelle, perché gli altri, diversi, danno “fastidio”, fanno “paura”, sono percepiti come una minaccia, sono antipatici, hanno culture diverse. Non sono “ospiti”, sono “padroni di casa” anche loro come quelli che si sentono gli esclusivi “padroni di casa” per il solo motivo di appartenere a una maggioranza, e tuttavia questi individui sono diversi, quindi percepiti come “ospiti”, che devono ringraziare e accettare la concessione delle loro libertà come un …”privilegio”.

In questo senso, il diritto a essere “diversi” è un diritto universale e trasversale, e la lamentela xenofoba “sono ospiti in casa nostra si devono adeguare alle nostre regole” è un pretesto per non accettare la diversità somatiche, biologiche, etiche, di abitudini, culture, etnie, forme di vita, orientamenti.

Le limitazioni delle libertà per adeguarsi alle “regole” sono una cosa necessaria perché servono a tutelare la libertà di tutti nel rispetto reciproco e nella sicurezza.

Quando si impone una “regola” che attribuisce una Libertà solo ad alcuni e non a tutti, questa regola è una regola ingiusta, ispirata da sentimenti di diffidenza, rancore, paura, odio.

E’ compito della società rimuovere le ingiustizie, specialmente quando sono “istituzionalizzate” sotto forma di regole, abitudini diffuse, pregiudizi, convinzioni, o addirittura Leggi.

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