Presidente Cascino: «Abbiamo voltato pagina».

«Abbiamo voltato pagina». Con queste parole il Presidente di Imera Sviluppo, Angelo Cascino, riassumebrevemente un anno di attività presso l’ente consortile Imerese. Lo fa con una intervista di fine anno.Recuperare il tempo perduto e rilanciare l’attività del Consorzio questi gli obbiettivi dichiaratiall’indomani del suo avvicendamento alla guida di Imera Sviluppo 2010, appena 10 mesi fa.L’espressione faceva chiaro riferimento ad una eredità alquanto gravosa. Qual’era la situazionefinanziaria dell’ente e qual’è oggi?

«Abbiamo ereditato un po’ di debiti, questo è indubbio. Probabilmente i precedenti amministratori avevanopensato che puntualmente la Regione Siciliana avrebbe erogato il contributo. Così non è stato. Ecco che iSindaci, assumendosi le proprie responsabilità di Soci del Consorzio, avevano già iniziato a versarecontributi dopo aver siglato, nell’aprile scorso, un piano di rientro».In che modo è riuscito a risanare il bilancio di Imera Sviluppo 2010?

«La notizia della concessione del contributo regionale da parte dell’Assessorato agli Enti Locali è pervenutaai primi di dicembre; se a ciò si aggiungono le quote versate dalla quasi totalità dei Comuni, oggi possiamodire di essere nelle condizioni di coprire totalmente l’esposizione debitoria verso i terzi. Vero è che,parallelamente, abbiamo iniziato sin da subito un’operazione di snellimento dei costi operativi senzaprecedenti».

L’invio di newsletter, l’aggiornamento costante del sito internet, l’allestimento di una bacheca fisica e irapporti con la stampa evidenziano quanto il suo sia un modus operandi imperniato sull’ informazionee sulla trasparenza, perché?

«Il dovere di un amministratore pubblico di fronte la (o le) comunità che egli rappresenta è di darespiegazione di ogni euro che si esce e di ogni azione che si compie. Noi dall’inizio abbiamo messo in risaltoi nostri conti, le indennità degli amministratori e dei consulenti, la nostra attività. Gestiamo anche denaropubblico oltre che attività consortili per la comunità, e la res publica è di tutti».

Le politiche giovanili sono state al centro di ogni singola attività del Consorzio. Fin dall’inizio avevaparlato di recuperare i servizi preesistenti come l’Informagiovani e proporne di nuovi. Diversi iseminari e gli incontri informativi organizzati in pochi mesi. A luglio è stata lanciata inoltre l’AgenziaTerritoriale Giovani, una struttura capace di informare, fornire stimoli e supporto tecnico ai giovaniche intendono cimentarsi in una attività imprenditoriale o sociale. Qual è stata la risposta delterritorio? In che modo si può migliorare l’ATG per adeguarla ancora più alle esigenze dell’imerese?

«I giovani sono la risorsa di oggi, non solo di domani. Non è un concetto universale, bensì un tentativo diriuscire ad acquisire la consapevolezza che il dinamismo dei giovani accompagnato all’esperienza dei menogiovani è il binomio vincente per giocare le sfide che non sono di domani, ma sono già di oggi. Abbiamoradicalmente cambiato lo Staff Tecnico di Imera Sviluppo e riconquistato in via prioritaria la fiducia e lavoglia di crederci ancora. Abbiamo ipotizzato e messo in campo uno strumento che desse alle realtàterritoriali (più o meno giovani) la possibilità di accedere più facilmente alle opportunità di finanziamento, ele risposte finora sono al di sotto di quelle che ci aspettavamo. Ma non bisogna fermarsi. Probabilmentedobbiamo maggiormente insistere affinché le opportunità vengano tradotte in reali misure a favore dei giovani. Però, una cosa la voglio sottolineare: gli Amministratori Imeresi, e quelli che hanno specifichedeleghe in particolare, devono darci una mano. Nulla piove dall’alto: essi rappresentano le reali esigenzedei propri giovani e delle proprie comunità. Da loro ripartiremo».La crisi del polo industriale di Termini Imerese ha portato le Istituzioni a pensare di creare dellealternative. Imera Sviluppo in tal senso ha sposato progetti dall’elevato valore come la nascita del Parco Termale di Termini Imerese, l’allocazione della Phiale Aurea all’Antiquarium di Himera; e ne ha ideato alcuni ex novo come l’iniziativa Nei luoghi della storia. Le bellezze paesaggistiche edarchitettoniche che ruolo rivestono nello sviluppo del territorio? A suo giudizio turismo e industriapossono coesistere nella medesima area? Quella imboccata potrebbe essere la strada giusta perfronteggiare la grave crisi occupazionale cui si va incontro?

«Avevo sognato, quando ancora ero uno studente liceale, che la zona industriale imerese potesseessere altro. Ovvero la naturale prosecuzione delle spiagge cefaludesi. Poi, anche io mi sono svegliato. E’un territorio che non è mai decollato, se non fosse per la FIAT che ha creato occupazione e indotto. Peròl’area è quella che è e le condizioni per chi vuole investire possono essere diverse. Sembra che le promesseda parte della politica regionale oggi siano state tradotte in atti concreti. La Regione Siciliana investiràsull’area industriale, grazie alla concertazione con gli Enti che vi insistono, e metterà i paletti perchénessuno arrivi e dica che investire qui è troppo complesso. Imera Sviluppo ha fatto troppo poco: il nostrocompito è quello di semplificare la vita a chi vuole investire su questa area, dare gli strumenti a chi ha piccole produzione agricole di qualità di proiettarsi all’estero, mettere in risalto le potenzialità multipolaridi questo territorio. Le risorse archeologiche, culturali, artistiche e storiche sono un patrimonio: noi vogliamo che da lì possa svilupparsi una forma di turismo che non c’è mai stata. Rispondo all’ultima partedella domanda: sì, turismo e industria possono coesistere nella misura in cui, intendiamoci, il turismo siconsideri non univocamente, perché ipotizzare villaggi turistici accanto la centrale dell’ENEL è utopistico.

Sono, infine, fiducioso che la strada imboccata sia quella giusta, perché finalmente qualcuno, a Termini Imerese, così come a Palermo e a Roma, ci crede».Il protocollo di Kyoto e l’esaurimento delle risorse petrolifere tra non molti anni porteranno lacomunità mondiale di fronte alla impellente necessità dell’approvvigionamento energetico. ImeraSviluppo 2010 aveva iniziato un percorso per incrementare nei sei comuni dell’imerese la produzionedi energia pulita (fotovoltaico); questa iniziativa ha riscosso successo?

«Ci muoviamo in una nuova direzione. L’esperienza Mille Tetti Fotovoltaici ha riscosso un discreto successo ma non è bastato. Bisogna andare oltre. Abbiamo tanti terreni incolti, vaste aree inutilizzate: lì puònascere qualcos’altro. E poi le Società del settore che ci cercano sono in fila: dobbiamo trovare il partner migliore. A questo saremo indirizzati con l’anno nuovo».

Obbiettivi chiari, tagli agli sprechi, valorizzazione delle risorse, trasparenza. Potremmo cosìriassumere gli ingredienti della sua gestione del Consorzio? A distanza di 10 mesi dal suoinsediamento ritiene che alcune mete siano state raggiunte? Quali?

«Abbiamo tagliato i costi operativi della metà: queste non sono chiacchiere ma sono numeri. Abbiamocompletamente abbattuto le spese per le consulenze privilegiando la meritocrazia e la qualità delle persone.Puntualmente pubblichiamo cosa facciamo e come lo facciamo. Siamo orgogliosi del nuovo rapporto chestiamo tessendo con gli Amministratori e con i territori che essi rappresentano. Ancor di più lo siamo sepensiamo che il territorio Imerese è diventato più grande: oggi siamo riconosciuti con pari dignità dagliamministratori madoniti, con i quali, a partire dai giovani, abbiamo iniziato un percorso di condivisione distrumenti e di obiettivi comuni. Siamo solo all’inizio. E dieci mesi sono pochi per andare oltre».

Può anticipare le strategie operative per il 2011?

«Ci muoveremo secondo le linee del Piano Strategico di Area Vasta che è stato redatto. Quindi, a titolo nonesaustivo, investiremo sul campo delle energie rinnovabili, rafforzeremo il partenariato con le realtàassociative del territorio e cercheremo di attivare un nuovo partenariato con quelle produttive, punteremoalla formazione del personale dei Comuni, valorizzeremo le produzioni agricole di qualità. Nonimmaginiamo l’impossibile, ma siamo ambiziosi. Se chi mi sta a fianco, i Sindaci per primi, e le propriecomunità ci credono, allora possiamo pensare di poter volare un po’ più alto».

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