Lettera dell’ex sindaco Giunta per chi chiede aiuto per sopravvivere

Al Sig. Presidente della Regione Siciliana
Al Sig. Assessore all’Economia
Al Sig. Assessore Regionale delle Attività Produttive
Al Sig. Assessore Regionale dei Beni Culturali e della Identità Siciliana
Al Sig. Assessore Regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro
Al Sig. Assessore delle autonomie locali e della funzione pubblica
Al Sig. Assessore Regionale delle infrastrutture e della mobilità
Al Sig. Assessore dell’istruzione e della formazione professionale
Al Sig. Assessore del territorio e dell’ambiente
Al Sig. Assessore del turismo, dello sport e dello spettacolo
Al Sig. Sindaco dell’Area Metropolitana di Palermo
Al Sig. Commissario Straordinario del Comune di Termini Imerese
Al Sig. Presidente dell’Autorità Portuale della Sicilia Occidentale
Al Sig. Amministratore Delegato A.N.A.S.
Al Sig. Amministratore Delegato Rete Ferroviaria
Al Sig. Presidente IRSAP
Al Sig. Presidente Società Interporti Siciliani
e, p.c. Al Sig. Ministro per lo Sviluppo Economico

Come è noto, l’area industriale di Termini Imerese (Palermo) è stata riconosciuta quale area di crisi industriale complessa con l’Accordo di Programma “per la disciplina degli interventi di riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese”, tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro, Regione Siciliana e Comune di Termini Imerese, del 22 luglio 2015.

In base al suddetto AdP l’Autorità Portuale di Palermo, il Comune di termini Imerese, l’ANAS, il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale, la Società Interporti Siciliani, la Provincia Regionale di Palermo e Rete Ferroviaria Italiana avrebbero dovuto realizzare infrastrutture per circa 150/milioni di Euro, al fine di migliorare la capacità di attrazione dell’area industriale di Termini Imerese.

La dotazione complessiva finanziaria ammontava a 240/milioni di euro, di cui 150 stanziati dal MISE e 90 dalla Regione Siciliana. Inoltre, la Regione ha riservato 50/milioni di euro per la prestazione di garanzie a favore delle imprese che investono nell’area industriale di Termini Imerese e si è impegnata ad attivare specifici interventi di riqualificazione professionale dei lavoratori del Gruppo FIAT. Tralascio di accennare alla vicenda BLUTEC, sintomatica di un sistema basato sullo sfruttamento delle risorse pubbliche per fini non congrui, se non proprio illeciti.

Il tempo massimo stabilito per dare completezza agli investimenti previsti dall’Accordo fu fissato in 48 mesi,comprensivi delle attività di collaudo e di conclusione amministrativa dei procedimenti.

Il citato Accordo è scaduto il 22 luglio 2018.

Di tale ampia programmazione, tuttavia, ben poco fino a ora è stato fatto, a parte alcuni lavori con cantieri ancora aperti, per rendere il nostro porto più sicuro e, nello stesso tempo, dotarlo degli spazi e dei servizi adeguati e di fondali che consentano l’approdo e la manovra di navi con un maggiore pescaggio, rispetto a quelle che oggi ne possono usufruire.

Per il resto nulla o quasi, mentre le risorse per la Cassa Integrazione, normale e in deroga, vanno sempre più assottigliandosi.

Nulla per quanto concerne gli interventi nell’agglomerato industriale, nulla per la viabilità, nulla per la salvaguardia dell’ambiente, nulla per mettere a profitto i beni archeologici, culturali, monumentali e ambientali di Termini Imerese e del comprensorio, allo scopo di intercettare un turismo culturale e termale anche in bassa stagione, che contribuisca a vivacizzare l’economia creando nuovi posti di lavoro.

Nel frattempo, è sopravvenuto il flagello del virus, che ha bloccato ogni attività, comprese quelle dei piccoli lavori in nero che, fino a ieri, avevano consentito a tanta gente povera di non precipitare sotto la soglia della povertà, nella miseria.

A questo punto, si può senz’altro dire che una larga fetta della popolazione oggi sopravvive grazie alla Carità, anche quella che si è recentemente inventato lo Stato con il, così detto, “reddito di cittadinanza”. Ma quanto potrà durare? È possibile sopperire al bisogno per un tempo di crisi sanitaria che non appare breve? Ma anche se tutto dovesse normalizzarsi nelle prossime settimane, come si potrà superare la recessione che incombe sulle attività produttive e sull’economia mondiale?

Davanti a questo quadro dalle tinte fosche e sollecitato da tanti concittadini che mi si rivolgono, memori del servizio pubblico che ho prestato fino a poco tempo fa, ho sentito il dovere di alzare la voce, rispettosa ma forte, per chiedere a chi dispone degli strumenti di adottare sistemi eccezionali che, almeno una volta, mettano da parte i lacci e laccioli della burocrazia e dei passaggi infiniti fra un ufficio e l’altro, per dare il via a tutti i cantieri programmati, con il metodo “cinese” dell’avvio dei lavori sotto la responsabilità del progettista che si fa carico del rispetto delle norme di legge, con l’intesa che “chi sbaglia paga” subito e con la galera.

Signori, avete, abbiamo il dovere di offrire prospettive alle migliaia di lavoratori e lavoratrici siciliani, padri e madri, giovani e meno giovani, alle famiglie, anche perché davanti al bisogno, davanti a un bambino che piange per la fame, davanti alla prospettiva di perdere la casa, la storia ci insegna che il popolo alza la testa e impone con la forza quanto non è riuscito a ottenere con la ragionevolezza, con il legittimo richiamo al diritto.

Come ci ha ricordato il Papa, “siamo tutti sulla stessa barca”, non esistono partiti, non esistono maggioranza e minoranza, esiste Yuomo con la sua fragilità e la sua forza, con i suoi bisogni e le sue attese, con le sue paure e le sue speranze.

E io spero, anzi confido, che tutti Voi saprete dimostrare a chi soffre e a chi si arrovella nella rabbia che la pandemia che ci ha colpiti è servita a cambiarci e a farci scoprire un mondo nuovo di solidarietà, comprensione e servizio sincero per il Bene Comune.

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