In tutte le assemblee unitarie svolte – ha detto Comella – la Fiom scorrettamente (visto che si trattava di assemblee unitarie) è entrata nel merito della manifestazione nazionale del 16 ottobre indetta del loro sindacato ed anche nel merito dell’iniziativa da svolgersi davanti palazzo d’Orleans il 20 ottobre o il primo giorno di cassa integrazione. Questo è un atto sicuramente scorretto, le iniziative vanno prima condivise.Comunque, per la Uilm – ha aggiunto Comella – l’obiettivo finale èsempre il mantenimento dello stabilimento ed è per questo motivo che avevamo ritenuto opportuno aderire alla manifestazione del 20 ottobre. La Fiom riferisce oggi agli organi di stampa, che in questa fase con Fim e Uilm è divisa su tutto, affermazione condivisa dalla Uilm. Ma comunque noi pensiamo che vanno ricercati i pochi argomenti che al momento ci uniscono. Peccato che della divisione se ne sono accorti dopo avere utilizzato l’assemblea unitaria e inoltre la Fiom aggiunge che per questo motivo non è possibile fare iniziative unitarie, fatto sicuramente grave per lo stabilimento e i loro addetti.
Il rischio c’è ed è elevato. Roberto Maroni, a Porta a Porta, mette in guardia sull’ordine pubblico in occasione della manifestazione della Fiom in programma sabato prossimo a Roma. Sono sicuro che la Fiom saprà gestire, evitando che i violenti possano fare danno – ha detto il ministro dell’Interno – ma il rischio c’è, lo hanno già detto i servizi al Copasir, perché c’è il rischio di una infiltrazione di stranieri.
Maroni ha parlato di gruppetti, non le persone che sfileranno, sono sicuro, pacificamente, ma gruppetti che staccandosi dal corteo vanno a spaccare le vetrine. Gli stessi servizi dicono che è una occasione troppo grossa quella di infiltrarsi al corteo della Fiom.
Il clima non è buono ha insistito Maroni, prendendo spunto dagli episodi di cronaca che hanno visto al centro la Cisl. Oggi ci sono quelli che sono considerati traditori, a sinistra, i riformisti, che vengono considerati collaborazionisti, ha spiegato Maroni invitando ad evitare di sottovalutare i fatti.
Ma ”è sbagliato e pericoloso alimentare un clima mediatico che cerca di modificare il senso e le ragioni della manifestazione del 16 ottobre”. E’ il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a replicare al ministro dell’Interno. ”Garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nel Paese è un compito e una responsabilitè istituzionale del ministero degli Interni. Ciò ancor più vero se il ministro Maroni e i servizi parlano di possibili infiltrazioni di gruppi stranieri che, com’è noto, non sono metalmeccanici, né tantomeno sono stati invitati al corteo dice ribadendo come a Roma la manifestazione si svolgerà in modo pacifico, democratico e non violento per il contratto nazionale, il lavoro, i diritti, le democrazia e la legalità”.
Intanto Giorgio Cremaschi rispedisce al mittente le parole del ministro dell’Interno: Non ci risulta alcun rischio di scontri. Maroni sta provocando, a noi non risulta nulla, un ministro non fa una dichiarazione così poco seria. Se il ministro sa delle cose è suo dovere riferirle agli organizzatori, altrimenti taccia.
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha sottolineato gli ”evidenti contenuti politici” della manifestazione. ”Ma – ha aggiunto – va rispettata anche per questa ragione. Mi auguro che voglia essere pacifica come nell’intenzione degli organizzatori e spero anche di tutti i singoli partecipanti.
E dal mondo politico arrivano diverse adesioni. Parteciperemo alla manifestazione della Fiom perché oggi più che mai è fondamentale una risposta di massa alla tremenda politica economica del governo Berlusconi, hanno dichiarato i senatori del Pd Paolo Nerozzi e Vincenzo Vita.
Anche il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro e il responsabile lavoro e welfare del partito Maurizio Zipponi saranno a Roma per partecipare al corteo: ”E’ una manifestazione sindacale con parole d’ordine molto precise quali diritto al lavoro e legalità. E’ una grandissima protesta pacifica contro il governo Berlusconi”. ”Il richiamo del ministro dell’Interno a tempi bui – concludono Di Pietro e Zipponi – rischia di essere letto dall’opinione pubblica come un suo auspicio, e da oggi se ne assuma le responsabilità”.