GIUSTIZIA: -50% FONDI A INFORMATICA,STOP ASSISTENZA SOFTWARE

Dal due gennaio prossimo, a causa del taglio di 30 milioni di euro (pari a circa il 50% dei fondi necessari), gli uffici giudiziari italiani rischiano la paralisi dei sistemi informatici. Con il nuovo anno, infatti, il ministero della Giustizia interrompera’ il servizio di assistenza garantito da ditte esterne per il funzionamento dei software su cui viaggiano dati fondamentali quali, ad esempio, il registro penale (Re.Ge), le comunicazioni tra polizia giudiziaria e pm, oppure migliaia di atti che ogni giorno vengono consultati per via telematica da 23mila avvocati.

La comunicazione ufficiale e’ stata data da una circolare inviata ieri da Stefano Aprile, direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del dicastero di Via Arenula, accompagnata da una direttiva in cui si sollecitano i circa 400 tecnici dipendenti del ministero rimasti a impegnarsi quanto piu’ possibile per garantire l’assistenza. Ma dal 2011 gli uffici giudiziari dovranno rinunciare agli altri 800-900 esperti di ditte esterne che, in call center o in sale server sparse in tutta Italia, sono sino ad oggi intervenuti prontamente per riparare ad esempio i guasti di software in cancelleria o in altri uffici alacremente al lavoro per abbandonare carta e fotocopiatrici. I capi dei principali uffici giudiziari hanno cominciato a protestare, come riportato oggi dal quotidiano ‘la Repubblica’. Ma al ministero della Giustizia allargano le braccia sconsolati e sperano in risorse aggiuntive da trovare ‘in extremis’ in sede di conversione al milleproroghe. Al sistema informatico l’ultima finanziaria ha assegnato 27,9milioni di euro per il 2011, pari al 50% in meno delle risorse necessarie.

Fino all’anno scorso il settore informatico poteva contare su circa 80 milioni di euro l’anno ma – fanno notare al dicastero di Via Arenula – con l’avvio del processo telematico e’ stato possibile ridurre i costi facendoli scendere a 60 milioni. Il Guardasigilli Angelino Alfano e il ministro dell’Innovazione Renato Brunetta avrebbero insistito, e molto, col dicastero dell’Economia per reperire i 30 milioni di euro mancanti, ma senza alcun esito.

La ‘rivoluzione digitale’ annunciata a piu’ riprese dai due ministri in numerose conferenze stampa congiunte rischia ora di arenarsi per mancanza di fondi. ”Tutto si ferma proprio quando stavamo raccogliendo importanti risultati”, commentano amaramente al ministero della Giustizia. Tra notifiche telematiche e fascicoli digitali, tante le novita’ di questi ultimi due anni. Su un totale di 165 Tribunali italiani, lo strumento telematico per le esecuzioni forzate e nei processi esecutivi e’ ormai una realta’ ovunque, mentre riguarda 119 tribunali sul fronte del contenzioso civile, 149 per la consultazione degli atti da parte degli avvocati per il processo telematico, 89 tribunali per il fascicolo digitale, 25 per i decreti ingiuntivi. E ancora: le notifiche telematiche sono oramai operative a Milano, Modena, Monza, Bologna, Rimini, Brescia e lo saranno presto, oltre che a Venezia, anche in tutto il Veneto. Sempre che i computer degli uffici giudiziari non incorrano in un guasto. Da gennaio magistrati o cancellieri alle prese con software bloccati rischiano infatti di attendere mesi prima di ottenere assistenza. E dunque saranno obbligati a riprendere in mano i vecchi fascicoli cartacei.

Al dicastero di via Arenula calcolano che i 120 milioni di euro l’anno di spese informatiche (tra investimenti e costi di gestione) sono funzionali a 100mila persone, tra dipendenti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, personale amministrativo del ministero della Giustizia e magistrati. La stessa cifra, invece, serve a far funzionare soltanto un dipartimento del dicastero di Via XX Settembre, quello del Tesoro, con 15 mila dipendenti.

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