Fincantieri Palermo, è scontro sul progetto del polo nautico a Termini

Spostare la cantieristica navale da Palermo a Termini Imerese. La proposta avanzata da un gruppo di imprenditori e politici termitani ha fatto infuriare i lavoratori di Fincantieri Palermo. Il cantiere navale del capoluogo siciliano, infatti, è ormai da mesi senza commesse e sono circa 2mila i lavoratori che rischiano il posto di lavoro: “Senza risposte concrete sul futuro del cantiere navale – fanno sapere i  lavoratori – siamo pronti a scendere in piazza”.

La proposta avanzata al governo regionale prevede la costruzione di un polo nautico a Termini Imerese con un investimento pari a 25 milioni di euro e un impiego di 700 lavoratori. Gli imprenditori termitani premono sulla Regione per far si che il governo finanzi il progetto ma è già guerra aperta tra Palermo e Termini.

Contro la proprosta si schierano Uilm, Uil, Fim e Cisl che dicono no alla realizzazione del polo: “La Provincia di Palermo non può reggere due poli nautici – dichiara Vincenzo Comella della Uil -. Già abbiamo espresso forti preoccupazioni sul futuro del cantiere navale di Palermo perché le commesse sono assolutamente insufficienti. L’idea, quindi, di aprirne un altro a Termini Imerese sembra piuttosto velleitaria. Quali commesse aggiuntive? Quale piano industriale? Cosa s’intende fare del cantiere navale di Palermo? Tutto questo non è stato sino ad oggi spiegato da nessuno. Ecco perché temiamo che qualche avventura speculativa possa danneggiare il cantiere navale di Palermo e lasciare i lavoratori di Termini Imerese con un pugno di mosche. Per questo – conclude Comella –  la Uilm  chiede trasparenza e la convocazione di un tavolo di confronto alla Regione per esaminare la crisi industriale e valutare proposte di rilancio e reindustrializzazione, che non si traducano nel distruggere quel poco che resta per inseguire operazioni improbabili” .

Fincantieri Palermo brancola ancora nel buio. Due le principali emergenze: il ripristino delle costruzioni, ormai ferme dal 2010, l’ultima costruzione dentro i bacini risale al 2010 con l’allestimento della piattaforma petrolifera della Saipem, la Scarebeo 8, e  la ristrutturazione dei bacini galleggianti.

Secondo il  protocollo d’intesa del 2010 erano previste la  ristrutturazione del bacino da 52 mila tonnellate e quella del bacino da 19 mila tonnellate. Per quest’ultimo Fincantieri ha fatto ricorso contro  la Cimolai di Pordenone, la società che ha vinto la gara. I lavorori non sono mai partiti, i bacini stanno affondando e c’è una falla  che necessita di circa 1 milione di euro. Fino al 2009 Fincantieri garantiva un milione di ore di lavoro, 600mila delle quali assicurate proprio dalle costruzioni. Diretto e indotto erano pienamente occupati. Adesso sul totale dei lavoratori sono circa 300 gli operai inseriti nella cassa integrazione a rotazione che scadrà a settembre, ma il numero aumenta sempre di più e i sindacati prevedono entro il prossimo mese circa 470 unità in cassa integrazione: “A luglio – denunciano i sindacati – il carico di lavoro sarà pari a zero”.

Perplesso anche il sindaco di Termini Imerese: “Non ho notizie certe – dichiara a BlogSicilia Salvatore Burrafato sindaco di Termini Imerese – ma è chiaro che non si può trasferire un’emergenza come quella di Fincantieri a Termini Imerese. la situazione è gia troppo difficile. Non ho alcuna valutazione positiva su questa ipotesi”.

“Se mancano le commesse per uno stabilimento già esistente e specializzato per la cantieristica navale come quello di Fincantieri, come potrebbe sopravvivere un nuovo polo nautico da lanciare e sviluppare – Salvatore Picciurro Segretario Fim Cisl Sicilia e Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani -. Meglio parlare con concretezza e rilanciare l’industria di Palermo con una politica che incentivi la cantieristica e l’arrivo di nuove commesse, che pensi alla realizzazione degli attesi bacini di carenaggio, al finanziamento del terzo e più grande bacino in muratura, alla tutela dei lavoratori, ormai quasi in trecento in cassa integrazione ogni mese. Chiediamo dunque che si apra un tavolo regionale fra parti sociali, istituzioni e associazioni degli industriali, sulle vertenze Fincantieri e Fiat, la crisi richiede scelte immediate”.

Un dibattito acceso, dunque, quello sul polo navale di Termini che rischia di fare esplodere una serie di atti di protesta da parte dei lavoratori di Fincantieri: “”I lavori sui due bacini galleggianti – dichiara a BlogSicilia Ludovico Guercio della Fim Cisl – quello da 52 mila tonnellate e quello da 19 mila tonnellate non sono ancora partiti. Per il secondo i lavori potrebbero già partire ma manca il via libera della Regione”.

Intanto domani mattina i rappresentati sindacali dei lavoratori di Fincantieri si recheranno all’assessorato alle Attività produttive per chiedere spiegazioni in merito alla vicenda, lo sblocco dei lavori dei bacini di carenaggio e un incontro urgente con il governatore: “Se nessuno ci darà risposte – continuano i sindacati – siamo pronti a scendere in piazza“.

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