“Non si può trasferire l’emergenza di Fincantieri a Termini Imerese“. Sono le parole del sindaco Salvatore Burrafato che smentisce quanti in questi giorni hanno attribuito al primo cittadino la volontà di costruire un polo navale nella città del Palermitano.
Ed è già scontro aperto con il cantiere navale del capoluogo siciliano. “Come sindaco di Termini Imerese – ha dichiarato Burrafato – so bene quanto dolorose siano le vite delle persone che perdono il lavoro per la chiusura di un’azienda o di un’impresa. In questi giorni si cerca di attribuirmi la volontà di assecondare la creazione di un polo cantieristico in grado di assorbire parte delle attività operative a Palermo. E’ tutto falso”.
La proposta è stata avanzata al governo regionale da un gruppo di politici e imprenditori termitani e prevede la costruzione di un polo nautico a Termini Imerese con un investimento pari a 25 milioni di euro e un impiego di 700 lavoratori. Gli imprenditori termitani premono sulla Regione per far si che il governo finanzi il progetto: ”Mi bastano le crisi che ho – continua Burrafato – ma non c’è più neanche la voglia di essere ironici. Le vertenze industriali si affrontino con serietà senza dare spazio agli speculatori di turno e alle voci che sono rimbalzate anche in municipio ma prive, ad oggi, di fondamento”.
Sono circa 2mila ad oggi, i lavoratori di Fincantieri Palermo che rischiano il posto di lavoro a causa dell’assenza di commesse e il blocco dei lavori di ristrutturazione dei bacini di carenaggio. Due le principali emergenze: il ripristino delle costruzioni, ormai ferme dal 2010, l’ultima costruzione dentro i bacini risale al 2010 con l’allestimento della piattaforma petrolifera della Saipem, la Scarebeo 8, e la ristrutturazione dei bacini galleggianti, uno da 52 mila tonnellate e uno da 19 mila tonnellate.
“La situazione – conclude Burrafato – è già troppo difficile. Non ho alcuna valutazione positiva su questa ipotesi”
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