A poche ore dalla ri-comparsa dell’ipotesi di trasferimento della sede legale FIAT negli USA, il governatore della Sicilia impugna il Megafono e annuncia l’ ennesima soluzione per la vertenza termitana. La vicenda se fosse stata posta in altro periodo poteva essere pure credibile, ma, a pochi mesi dalla scadenza ultima per il rilancio industriale, appare un approssimazione politica imperdonabile. Sicuramente il governatore, da uomo con buone capacità comunicative, avrà lanciato la stoccata considerando le imminenti elezioni che si svolgeranno in alcuni paesi del comprensorio. E’ stucchevole, comunque, il contorno di tutta la vicenda che vede il rivoluzionario Rosario fare determinate dichiarazioni a margine di un incontro con uno sceicco arabo, il quale ha parlato di ricerca di attività artigianali, commerciali, agricole e di pesca da immettere nel proprio costruendo centro commerciale in Oman e che non ha accennato a nessun investimento in terra di Sicilia. Ancor più incredibile appare l’annuncio del contatto con Fiat al fine di farla reinvestire nel polo industriale della nostra città, ciò anche in forza alle indiscrezione che nelle stesse ore, come detto sopra, vogliono il trasferimento della sede legale negli Usa della casa torinese. Ciò detto e premesso che non voglio dare adito ad alcuna polemica e che ad oggi il consiglio comunale di Termini Imerese non si è diviso su questa vertenza, che è solo tragica, danno da pensare le dichiarazioni del primo cittadino Totò Burrafato che in data 14 maggio, in mancanza della convocazione del governo regionale del tavolo tecnico di giorno 15, affermava:
e che in data 17 maggio (solo tre giorni dopo al citato annuncio di Crocetta) manifestava:
Personalmente, da persona ottimista, in merito alla vertenza ho esaurito le scorte di fiducia che avevo nei confronti di chi ci ha governato e di chi ci governa, perché negli ultimi sette anni la vicenda è stata condotta in maniera dilettantistica senza che si sia preso in considerazione la disperazione dei lavoratori e di un intero popolo che ha creduto nel sogno industriale. Da parte mia ci sarà sempre e comunque collaborazione nel portare avanti tutte le istanze che i cittadini e i lavoratori ci chiedono, ma vorrei che tutti cominciamo a essere realistici per trarre le dovute conseguenze. Al sindaco chiedo più sobrietà nelle dichiarazioni e una forte presa di posizione contro nuovi e paventati annunci che ad oggi non è dato sapere quale fondamento abbiano. Al contempo gli significo che se il cambio di tenore delle sue dichiarazioni è figlio di novità a noi sconosciute potrà trovare il giusto conforto e appoggio riferendo in consiglio comunale, che è l’organo più rappresentativo della città.







