Fiat Termini: salta il tavolo tecnico. Le tute blu pronte a manifestare

“Brancoliamo ancora nel buio”. Così il sindaco di Termini Imerese  Salvatore Burrafato annuncia la mancata convocazione del tavolo tecnico sulla vertenza Fiat previsto per domani a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione Siciliana.

Prende ancora tempo il governo regionale su una vicenda, quella di Termini Imerese che da più di un anno ha gettato nello sconforto migliaia di lavoratori. I 2200 operai dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, che insieme ai lavoratori dell’indotto costituiscono un bacino di circa 3 mila lavoratori, attendono ancora risposte sul processo di reindustrializzazione del polo termitano.  Nessuna proposta concreta è stata ancora avanzata per il rilancio dello stabilimento e dell’indotto e nessun piano industriale è stato presentato.  Altro problema è la cassa integrazione in deroga che scadrà il 31 dicembre prossimo per la quale i lavoratori chiedono il prolungamento.

“Crocetta aveva fatto sapere tramite un comunicato – dichiara a BlogSicilia Salvatore Burrafato, sindaco di Termini Imerese – che il tavolo tecnico si sarebbe svolto il 15 maggio. Non abbiamo ricevuto alcuna convocazione ufficiale, dunque l’incontro non si terrà. Abbiamo bisogno di un confronto con il governo regionale e le parti sociali, confronto essenziale per sederci al tavolo ministeriale. Abbiamo l’opportunità di potere dialogare con il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti che ben conosce la situazione del polo industriale di Termini, ma il governo regionale deve aiutarci”.

Il mese scorso a Palazzo d’Orleans, l’incontro tra il governatore Rosario Crocetta, gli assessori alle attività produttive Linda Vancheri, al lavoro Ester Bonafede ed all’economia Luca Bianchi e le parti sociali, si era concluso con un nulla di fatto. Crocetta aveva dichiarato di aver individuato spazi di reimpiego per gli operai ex Fiat nel settore delle energie rinnovabili e delle biomasse ma che i posti disponibili sono quantificabili fra 5 e 600.

Altra proposta avanzata dal governo regionale era il rientro della casa automobilistica Dr Motor, l’azienda di macchia D’Isernia che secondo il governo regionale avrebbe tutte le carte in regola per rientrare sul serio nella partita attraverso l’azienda cinese di proprietà statale che produce 600 mila auto l’anno ed è il settimo produttore di auto della Cina, la Chery. I cinesi, infatti, sono partner storici della casa automobilistica pugliese.

“Non ci sono soluzioni concrete – continua Burrafato -. C’è un continuo rimpallo di responsabilità e proposte poco fattibili, dalla green economy a Dr Motor, non si può andare avanti così. I lavoratori sono esasperati e sono pronti ad uscire da questo silenzio  in maniera eclatante. Si rischiano anche azioni che minano l’ordine pubblico”.

Ieri Burrafato aveva inviato una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta, al presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e al presidente del Senato, Pietro Grasso. Il primo cittadino di Termini, infatti, ha fatto appello alle cariche istituzionali affinché sappiano “la situazione difficile e al limite della sopportabilità che vive Termini Imerese.

“Il presidente Crocetta aveva preso un impegno – dichiara Roberto Mastrosimone, segretario regionale Fiom -ma ancora una volta non è riusciuto a mantenerlo. L’accordo sottoscritto il 1 dicembre 2011 con Dr Motor è venuto meno. E’ chiaro che i soggetti firmatari di quell’accordo si devono risedere al tavolo insieme alla Fiat per trovare una soluzione. La verità è che la Regione non ha alcuna soluzione per Termini Imerese.  E’ necessario riconvocare un tavolo alla presenza del ministero delle Attività produttive per trovare altre soluzioni, ma soprattutto la Fiat deve essere coinvolta nelle trattative”.

“Ad oggi noi siamo ancora dipendenti della Fiat – conclude Mastrosimone -. Fino a quando non si troverà una soluzione è necessario bloccare i licenziamenti, sia per i lavoratori diretti che per l’indotto. Basta con i proclami, basta agli annunci di Crocetta. Il governatore non ha un’idea dell’industria siciliana e soprattutto abbiamo la sensazione che non sappia come risolvere il problema. Gli ammortizzatori sociali rischiano di finire prima del tempo. Chiediamo subito un incontro al ministero.”

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