Marchionne non perde occasione per screditare la Sicilia e lo stabilimento siciliano. Prima dichiara in maniera infelice che fare impresa in Sicilia non è conveniente. Oggi, nel bel mezzo della vertenza di Pomigliano, sposta i riflettori su Termini Imerese tentado di screditare dinanzi all’opinione pubblica nazionale i lavoratori siciliani senza rappresentare che dapprima l’azienda aveva comunicato alle organizzazioni sindacali che era pronta, pur di non bloccare la produzione, a modificare l’orario lavorativo per consentire ai lavoratori di poter seguire la partita Italia-Paraguay attraverso dei maxi schermi che sarebbero stati montati a spese della Fiat. Poi, improvvisamente, il dietro front dell’Azienda. Marchionne non può più prendersela con quelli che vogliono ammazzare l’industria in Italia e poi, quotidianamente, ammazzare il sistema manifatturiero di Termini Imerese che sforna auto di qualità da trent’anni.
Era del tutto scontata la protesta dei lavoratori siciliani rispetto alle dichiarazioni di Marchionne.







