I suoi concittadini, che lo hanno scelto come patrono della città (Matteo da Termini (Beato Agostino)) gli dedicano due festività ogni anno: una nel giorno natale della sua nascita al cielo il 19 maggio; l’altra, detta U Fistinu, nell’ultima settimana di agosto a ricordo della reliquia (Il braccio) portata a Termini Imerese nel lontano 1620.
Nasce a Termini Imerese intorno all’anno 1240. Figlio di un funzionario della locale castello, viene inviato dai genitori a Bologna dove si laurea in diritto civile ed ecclesiastico. Gli fu compagno di studi il futuro re Manfredi che salito al trono, alla morte del padre Federico II, lo volle accanto a sé nell’amministrazione statale, dove si distingue per la sua notevole cultura e umiltà, sebbene insignito di onori.
Alla morte di Re Manfredi, ucciso nella battaglia di Benevento il 26.02.1266, Matteo riesce a fuggire e mentre tutti credono morto il nobile termitano, constatata la vacuità dei valori esaltati dal mondo, trova pace e serenità nella consacrazione di tutto il proprio essere a Colui, che vale la pena seguire, anche a costo della sofferenza, del sacrificio e della rinuncia.
Matteo, riveste l’abito dell’Ordine degli Agostiniani e muta il nome in Agostino. In seguito verrà soprannominato Novello perché, come il grande Sant’Agostino al suo tempo, si distingue per l’acutezza del suo ingegno religioso. Frate Agostino vive felice nell’Eremo vicino Siena ove viene ritenuto un povero analfabeta e un frate senza grande intelligenza.
A seguito di una fortuita vicenda viene scoperta la sua grandezza e cultura. I Superiori lo chiamo a Roma dove viene ordinato Sacerdote e in seguito diviene confessore di tre Papi: Nicolò IV, Celestino V e Bonifacio VIII. Eletto superiore generale dell’Ordine detiene la carica per brevissimo tempo. Si ritira nel suo eremo di S. Leonardo al Lago dove continuò la sua vita di ascesa a Dio e si occupa della fondazione dell’Ordine dei Chierici Ospedalieri a servizio dei malati terminali.
Muore il giorno 19 maggio 1309 e viene seppellito a Siena. A seguito di numerosi prodigi ottenuti per sua intercessione dopo la morte, il Vescovo di Siena permette che le sue ossa vengano esposte nella chiesa di S. Agostino alla venerazione dei fedeli. Il Papa Clemente X, riconosciuto tale culto prestato da tempo immemorabile, lo ratifica scrivendo il nome di Agostino nell’Albo dei Beati. Dal 1977 le sue spoglie, racchiuse in urna, si trovano nella cappella a lui dedicata nel Duomo della sua città natale di Termini Imerese.
POESIA AL BEATO AGOSTINO NOVELLO
Tra le mura d’Imera nascesti
E t’accolse la nostra città.
Alle vette più alte ascendesti
della mente della santità.
Umil fosti e celato vivesti,
coltivasti nel cor la bontà.
O beato Agostino Novello,
sei di Termini gloria ed onor.
Sei beato, sei nostro fratello.
Ti preghiamo proteggi ognor.
D’Agostino tu fosti seguace.
N’emulasti sapienza e bontà.
Nei suoi chiostri vivesti la pace
Che nel mondo nessun troverà;
nel tuo labbro fiorì la preghiera
Dio per essa la grazia ci da.
La città col suo monte e il suo mare
già s’ammanta di nuovo splendor:
innalzato all’onor dell’altare
degno figlio di Cristo Signor.
Viva, viva Agostino si gridada ciascuno con tutto il suo cuor.
Nei perigli dell’atroce guerra
tu solerte venisti quaggiù
per proteggerci qui sulla terra
e portarci nel cielo lassù
per lodare in eterno il Dio nostro
e goderlo con noi anche tu.