Caputo: Un grido d’allarme inascoltato

Avevamo chiesto oltre un anno fa la sostituzione di alcuni soggetti ritenuti organici a Cosa nostra palermitana, da parte dei vertici delle società che gestiscono importanti servizi all’interno dei porti di Palermo e Termini Imerese, ma la strana difesa da parte di alcuni esponenti politici aveva bloccato di fatto ogni iniziativa. Adesso grazie all’intervento dei magistrati della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo sarà possibile escludere dal contesto societario i soggetti legati a Cosa nostra e al contempo sottrarre alla loro disponibilità ingenti risorse e il controllo delle attività di reclutamento del personale e la gestione diretta di molti e delicati servizi. Lo dice Salvino Caputo, deputato regionale del Pdl e componente della commissione antimafia di Palazzo dei Normanni che sulla vicenda ha presentato una interrogazione agli assessori regionali al Territorio ed Ambiente e alle Infrastrutture.

Apprendere che settori economici e nevralgici – prosegue Caputo – come le aree portuali di Palermo e di Termini Imerese potessero essere controllati dai boss di Cosa nostra è veramente sconvolgente ed allarmante. Basti pensare che solo su Termini Imerese e sulla intera area portuale sono previsti investimenti a valere sui fondi europei Par Fas oltre 150 milioni di euro per infrastrutture e servizi. Finanziamenti che probabilmente avrebbero trovato Cosa nostra pronta alle gestione e al condizionamento degli appalti.

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