Ass. “In altri termini”: Affamati di Cultura

Il seguente comunicato manifesta l’indignazione, e la seguente presa di posizione, che un gruppo di giovani termitani, riuniti da più di un anno nell’associazione in altri Termini, intende rendere pubblica a mezzo stampa.

Stupore rabbia poi tristezza, emozioni che si mescolano in noi- come in molti concittadini- in seguito a mirabolanti vicende, decisioni e fatti (o s-fatti)  cui siamo costretti ad assistere già da tempo, nel territorio termitano. L’ultimo di questi episodi, risalente a ieri sera, 2 settembre 2014, ci lascia l’amaro in bocca e la voglia di urlare la nostra indignazione, troppo a lungo costretta al silenzio da un educato buon senso che spesso ha bloccato gli impeti sanguigni, preferendo all’ascia di guerra il calumet della pace: il nostro impegno per la città, le attività e le manifestazioni da noi organizzate in questi mesi sono stati la migliore risposta al disfacimento e al menefreghismo che avvolgono le tematiche socio-culturali di Termini. Ma se si può vincere da soli una battaglia, è chiaro che per vincere una guerra sia necessario un dispiego di forze maggiori, e ci associamo a tutte le altre voci che oggi si alzano per denunciare la vergognosa ‘privatizzazione’ di un bene pubblico come il nostro Museo Civico,  dove ieri ha avuto luogo una cena organizzata da uno dei vari service club della città. A lasciarci stupiti non è stata tanto l’idea, davvero originale, dei membri del Club, a cui si riconosce un interesse vetusto per il patrimonio artistico culturale di Termini Imerese, ma la velocità ( leggere: superficialità, non curanza, approssimazione) con  cui è stato dato il placet a tale richiesta tanto originale quanto irrealizzabile. La rabbia che proviamo è la stessa di chi in queste ore continua a dire che un bene pubblico non può e non deve essere adoperato a uso e consumo di chi lo gestisce! Il nostro patrimonio artistico culturale, la città, ci appartiene solo apparentemente; siamo noi a esserne i  momentanei custodi, ma è questo, come l’intera città, che resterà come è rimasta fino ad ora, se saremo in grado di preservarla dalle barbarie fisiche o etiche.

La pinacoteca del Museo Baldassarre Romano, conserva tele del Cinquecento di gran valore, lavori dei maestri La Barbera e Novelli; quale orrore se della raffinatissima nouvelle cousine fosse finita su quelle tele, fra impeti d’ onore, applausi e inni nazionali!? Né sarebbe un luogo più adatto a banchetti scintillanti  lo stesso giardino del museo, dove poi la cena di gala si sarebbe spostata, dopo l’insurrezione mediatica e l’esposto alla Procura delle ore immediatamente successive allo scandalo.

Ci è sempre stato detto che con la cultura non si mangia, e per quanto Termini Imerese abbia un patrimonio culturale così invidiabile da essere abbandonato a se stesso ( a proposito, ci domandiamo da tempo cosa stia facendo la persona delegata a occuparsi di Cultura nella nostra città, e soprattutto che volto abbia) mai avremmo immaginato pasti tanto lauti! Se solo le porte del nostro museo venissero aperte più spesso ad attività rivolte in primis alla civitas splendidissima e ai suoi abitanti, rispolverando i tesori che esso custodisce! Se solo i cittadini venissero più spesso nutriti di cultura, quella vera! Se solo le attività culturali di associazioni come la nostra venissero sovvenzionate, senza essere costrette a sbattere ciglia da meretrici per accaparrarsi fondi da sponsor privati! Allora, forse, stupore rabbia e tristezza lascerebbero il posto a una speranza pronta a trasformarsi in senso di orgoglio e soddisfazione, che gli abitanti di Termini da troppo tempo non provano.

         Bon Appetit!

Ass. In altri Termini

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