Scout picchiato a Termini Imerese. Unica colpa: il colore della pelle.

Comunicato Stampa

Un ragazzo immigrato che frequenta da tempo il gruppo scout AGESCI Termini Imerese1, è stato picchiato senza motivo mentre tornava a casa. Unica colpa? Non essere abbastanza bianco.

Dentro questa escalation di odio e di paura, molto spesso a pagarne le conseguenze sono proprio gli innocenti. Giustizia sommaria, superficialità, insicurezza “percepita” grazie a certi programmi TV che mettono benzina sul fuoco, ci stanno portando a slegarci alla realtà dei fatti, della nostra quotidianità. Storie come quelle del gruppo scout di Termini Imerese, sono invece storie reali di integrazione, dove le differenze possono essere percepite come ricchezza e non come ostacolo per la crescita di tutti e del territorio in cui viviamo.

Per questo motivo la storia che stiamo raccontando assume un significato più profondo. Da una parte c’è l’azione educativa e l’amicizia di un gruppo di ragazzi che gioca la sfida della conoscenza reciproca e dell’abbattimento dei pregiudizi, dall’altra c’è un gruppo di violenti che non prova nemmeno a capire chi ha davanti, che non ha il coraggio di affrontare l’incontro vero con l’altro.
E potrebbe essere una schifosa storia di ordinaria violenza. Ma non lo è affatto. Perché è frutto di un’ondata di superficialità e di odio che si è riversata in questi giorni per le strade reali e virtuali di Termini Imerese.
Una rissa tra italiani e immigrati, nella sera di Pasqua, ha generato il clima di odio che ha fatto germogliare il frutto dell’insofferenza e della violenza, tanto da stimolare il parroco della chiesa Madre -e addirittura anche il Vescovo di Palermo- a prendere posizioni dure nei confronti del clima di intolleranza che cresceva anche tra i fedeli.
Dopo quella rissa tra italiani e immigrati tante le prese di posizione sulla “sicurezza necessaria”, il potenziamento delle forze dell’ordine, la paura, il sempre citato “mandiamoli a casa”.

Ma J. non sapeva nulla della rissa, si è preso soltanto la briga di camminare tranquillamente per strada, come se fosse in paese civile europeo, mostrando insolentemente il colore della sua pelle, che -a quanto pare- non era di gradimento per chi ha pensato bene di trasformare un caso isolato (la rissa in via Ciaula) in un pretesto per picchiare i “negri”.

Ci sorprende (e forse troppo poco) il fatto che sono stati invece pochissimi i comunicati ufficiali che hanno espresso solidarietà al ragazzo picchiato, condannando con la stessa forza l’accaduto. A quanto pare quando si para di “sicurezza” si parla solamente di “sicurezza dei bianchi”.

Proprio per questo motivo il gruppo scout locale coordinerà un corteo silenzioso che attraverserà le strade di Termini Imerese, per esprimere vicinanza al ragazzo scout picchiato, ma anche per stimolare la cittadinanza a contrastare con coraggio questo crescente clima di odio e di paura. Questa volta stando sulla strada e non dietro un monitor, questa volta con la forza delle idee e non con la forza della violenza.

Link del video invito
Link dell’evento facebook

Di seguito, il comunicato ufficiale del gruppo scout Termini Imerese1
Alla cittadinanza di Termini Imerese,
noi membri del Clan “Chimera”, del gruppo scout Termini Imerese 1, scriviamo questa lettera a seguito di un recente episodio ingiustamente trascurato.Molti sanno della lite avvenuta la sera del giorno di Pasqua in via Ciaula: pochi, invece, quello che è successo in seguito. Dopo la rissa, tanto discussa quanto misteriosa, si è verificata un’altra aggressione ai danni di un innocente ragazzo diciottenne. Il protagonista dell’accaduto passava per via Ciaula, dopo aver accompagnato un amico a casa. Gli aggressori erano in cinque e, dapprima colpendolo alle spalle, si sono scagliati su di lui ferendolo all’occhio sinistro e al labbro. I delinquenti non sono stati ancora identificati.
La colpa di questo ragazzo? Il colore della pelle.
Pensiamoci bene: un innocente è stato picchiato perché altre persone del suo stesso colore della pelle FORSE avevano aggredito una coppia italiana; consideriamo inoltre che nel pestaggio successivo alla lite, lui si è ritrovato da solo contro cinque. Vi sembra corretto tutto ciò? Consideriamo inammissibile che il fatto sia passato in sordina, dando risalto solamente ad episodi che ledono qualcuno che riteniamo facente parte della nostra comunità. Comportamenti discriminatori come questo non rendono giustizia a ragazzi come lui, che studiano e si mettono a disposizione della comunità.
Con questa lettera vogliamo mandare un messaggio di pace e solidarietà: perché fomentare l’odio? Impariamo a pensare prima di scrivere ed agire; consideriamo la totalità dei fatti, senza lasciarci condizionare dai pensieri altrui e sfociare nel razzismo. La violenza è da condannare in ogni caso, e non può essere la soluzione. Costruiamo ponti e non muri. Il Clan “Chimera” si sta muovendo ed invita la cittadinanza a fare altrettanto.
Vi invitiamo giorno 21 Aprile 2018, alle ore 16:30, a piazza del Carmelo – Termini Imerese, per un corteo silenzioso che attraverserà la città per poi giungere in piazza Duomo. Con la presenza fisica di tutti coloro i quali non ritengono opportuno avallare comportamenti discriminatori, fondati sull’odio, daremo prova di essere una voce forte ed incisiva nel territorio; una voce che promuove il rispetto reciproco, l’integrazione sociale e la civile convivenza.
Quando un mare di persone si muove con un’idea, nulla la può fermare.

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