Conunicato Stampa
E’ fin troppo facile oggi applaudire alla rimozione del divieto di balneazione in contrada Tonnarella. E’ giusto, infatti, ricordare dapprima le sollecitazioni dei consiglieri comunali Michele Longo ed Antonello Urbano per contrastare in ogni modo il popolo dei bagnanti che in estate deturpano il litorale in prossimità dell’agglomerato industriale, lasciando vere e proprie montagne di rifiuti. Da qui l’idea – quasi simbolica – di avviare una vera e propria crociata per rimuovere quel vincolo di balneazione solo burocratico che non teneva in alcun conto della limpidezza di quel mare, nonostante fosse proprio in prossimità dello stabilimento Enel e di altri siti industriali.
All’inizio sembrava davvero impossibile, quasi un’utopia. Poi l’idea iniziò a prendere campo nell’amministrazione comunale del tempo e poi, via via, negli uffici comunali e poi, in ultimo, nelle buie stanze della regione Sicilia. Iniziò ad affascinare sempre più l’idea di poter far convivere l’esperienza industriale che, purtroppo, va scemando con una valorizzazione delle potenzialità turistiche, partendo dalla riconquista di quel mare negato da anni di cementificazione selvaggia.
Tante sono state le battaglie fatte per quel tratto di litorale! Oggi finalmente veder concluso il lavoro iniziato tanti anni fa ci rende felici – continuano Longo e Urbano – .Abbiamo sempre creduto che quel litorale può diventare una zona balneare e turistica.
I due ex consiglieri comunali hanno in più occasioni organizzato manifestazioni di protesta volte a valorizzare l’area ed evitare l’abbandono indiscriminato di rifiuti lasciati dai bagnanti delle domeniche d’estate che si insediavano nell’area peraltro ai tempi sottoposta a divieto di balneazione. In più occasioni è stato forte la scelta di Antonio Urbano, supportato da Michele Longo, che ha fatto anche uno sciopero della fame e si è incatenato in quel luogo. In particolare, lo scorso luglio 2017 hanno organizzato un presidio fisso nell’area interessata, a cui hanno partecipato tutti i politici locali, i consiglieri comunali, il sindaco Giunta appena eletto e numerosissimi esponenti di associazioni ambientaliste e non.
“Anche se qualche volta siamo stati presi dallo scoramento determinata da tanta inciviltà, non ci siamo mai arresi contrapponendo non solo azioni di protesta simbolica sul posto ma anche proposte per cambiare lo stato delle cose – continuano Longo e Urbano -.Abbiamo studiato le carte, ci siamo confrontati più volte con gli uffici comunali competenti, con i funzionari dell’Irsap e della Regione Sicilia (territorio e ambiente). Alla fine, quando stava prendendo campo la rassegnazione, abbiamo scoperto dall’intuizione di Nino Egiziano che proprio quella fascia costiera dove insistono i laghetti è zona D4 e cioè zone atte ad ospitare attrezzature balneari e, quindi era possibile, con il conforto di più e ripetute analisi cliniche delle acque, cancellare il divieto di balneazione e chiedere una concessione al demanio regionale per insediare un’attività socio-ricreativa che potesse essere fruita liberamente dai termitani.
Insomma, un vero e proprio presidio sociale che potesse scoraggiare il popolo dei bagnanti della domenica che vengono solo a deturpare il territorio e che non amano Termini Imerese. Noi siamo soddisfatti di aver fatto la nostra parte, – concludono Longo ed Urbano – adesso, confidiamo che l’amministrazione comunale di Francesco Giunta che ci ha supportato anche in passato nel suo ruolo di consigliere comunale, continui a portare avanti questo esperimento che può essere – se ben utilizzato – un’opportunità per avviare un percorso di riconversione turistica del territorio, in attesa della sorte del processo Blutec ancora in corso”.