Wi-Fi in Italia, finalmente libero…. dove c’è chiaramente!!!

A partire dal 1° del gennaio del 2011 sarà possibile collegarsi su tutto il territorio italiano alle reti Wi-Fi pubbliche senza doversi identificare mediante documento di alcun tipo. Gli esercenti intenzionati a dotare la loro struttura di una connessione senza fili dovranno rivolgersi al questore per ottenere una licenza. È quanto stabilito dal decreto milleproroghe 2011, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, all’interno del quale viene congedato definitivamente l’ articolo 7 del decreto Pisanu. Rimane in essere, come detto, il primo comma della norma relativa alla necessità da parte di chi vuole aprire una postazione di interfacciarsi con il questore. Si chiude così un capitolo durato cinque lunghi anni e responsabile del mancato sviluppo del Wi-Fi in Italia. L’iniziativa dell’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, approvata in Parlamento con una larga maggioranza bipartisan, risale al 2005 e impone – fra le altre cose – l’ identificazione di chi utilizza una connessione pubblica mediante documento cartaceo e si deve all’inasprimento delle misure di sicurezza dopo gli attentati alle Torri Gemelle (11 settembre 2001) e alla città di Londra (7 luglio 2005). Aveva remato contro il binomio Rete-sicurezza anche l’utilizzo di connessioni pubbliche da parte del commando delle Brigate Rosse per pianificare gli omicidi Biagi (12 marzo 2002) e D’Antona (20 maggio 1999). Il decreto, convertito poi in legge, aveva carattere provvisorio ma è stato prorogato nel calderone del milleproroghe di anno in anno. Fino a oggi. Nel 2009, anno in cui cento firmatari hanno sottoscritto una Carta per la liberazione del Wi-Fi, lo stesso Pisanu ha sottolineato, senza ottenere alcun effetto, la necessità di modificare la norma. Una proposta in direzione di un’alleggerimento dei limiti imposti è arrivata, sempre nel 2009, dal deputato del Pdl Roberto Cassinelli. Più recente l’ iniziativa bipartisan di Linda Lanzillotta, Paolo Gentiloni e Luca Barbareschi per l’abolizione totale del decreto. La prima dichiarazione ufficiale del governo sulla questione è del 5 novembre per bocca del ministro dell’Interno Roberto Maroni, autore di un disegno di legge per la cancellazione della norma presentato in Senato. Oggi – ha dichiarato a Wired.it Antonio Palmieri, responsabile Internet e nuove tecnologie del Pdl – è stata inserito nel milleproroghe un decreto legge (con effetto immediato, ndr) che abolisce l’articolo 7 del decreto Pisanu. Non bisognerà più identificarsi con documento cartaceo o di altro, mentre resta in essere l’obbligo di rivolgersi al questore per i gestori degli internet point per questioni legate alla sicurezza.

Nei prossimi mesi – ha aggiunto – all’interno del dibattito parlamentare vedremo se inserire modifiche legate a casi particolari. In merito si è espressa Linda Lanzillotta: Ho parlato con Maroni e mi ha assicurato che l’unica modifica a quanto stabilito oggi consisterà nella possibilità da parte del ministro dell’Interno stesso di identificare i device che si connettono alle reti pubbliche in casi eccezionali, ha dichiarato la rutelliana a Wired.it. Quanto accaduto oggi è molto positivo ed è il risultato di una campagna di sensibilizzazione iniziata con la nostra proposta (la Lanzillotta, Gentiloni, Barbareschi) alla quale il governo ha risposto positivamente, ha concluso Lanzilotta, precisando che il comma 1 non influisce sullo sviluppo della Rete. Soddisfatto anche Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Pd: La decisione di presentare un disegno di legge a due settimane dal milleproroghe lasciava perplessi. Oggi per fortuna il Governo ha deciso di procedere con l’abolizione del decreto, grazie anche alle vostre iniziative (di Wired Italia, ndr) e alle nostre (quelle Parlamentari, ndr).

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