Capisco che il pensiero e la voce di un gruppo consiliare sono insignificanti dinanzi i poteri economici che la FIAT rappresenta.
Ciò nonostante non possiamo esimerci dall’esprimere il nostro sconcerto per l’ennesimo colpo di scena che i vertici della casa torinese hanno riservato al nostro territorio con l’anticipo della fine della produzione rispetto al 31 dicembre 2011.
Purtroppo non sapremo mai se l’Avvocato Agnelli avrebbe permesso lo scempio al quale stiamo assistendo con la progressiva dismissione degli stabilimenti FIAT in Italia.
I lavoratori sono allo stremo e con la cassa integrazione hanno perso non poche migliaia di euro, rispetto ad una casa automobilistica che per, quarant’uno anni, in Sicilia ha fatto i propri comodi soprattutto guadagnando attraverso contributi pubblici.
Ci piacerebbe conoscere a quanto ammontano i contributi che lo Stato, la Regione e quanti altri deputati a erogare aiuti, hanno speso per sostenere FIAT, ma soprattutto ci piacerebbe conoscere i dettagli dei contratti, degli accordi e di quant’altro ha permesso la permanenza della casa torinese in Sicilia a partire da quando essa era Sicilifiat e progressivamente è divenuta FIAT ereditando lo stabilimento termitano, ciò anche al fine di capire chi realmente è il titolare dello stesso.
Infine dobbiamo registrare che quanto affermato dall’On. Caputo e cioè che nonostante gli sforzi della politica, a tutti i livelli, non vi è stata l’autorevolezza per imporsi sui freddi vertici FIAT, corrisponde alla nuda e cruda realtà.