Ill.mo Ministro On. Paolo Romani,
chi scrive è un rappresentante delle Istituzioni locali di Termini Imerese chiamato dai cittadini a rappresentarli.
E’ notizia di qualche ora fa, che un nutrito gruppo di lavoratori FIAT ( o sarebbe meglio dire ex FIAT) ha cominciato a porre in essere diverse manifestazioni di protesta, tra cui il blocco della A19 in direzione Palermo e l’occupazione del Palazzo di Città.
Dette manifestazioni, a mio modo di vedere, sono legittimate e dettate dall’insicurezza che, ogni giorno che passa, sfocia sempre più nell’angoscia a causa della crisi industriale che la nostra città vive a seguito delle decisioni, discutibili, che la casa torinese ha preso e dalle ultime indiscrezioni, poco lusinghiere, che riguardano alcuni gruppi che hanno manifestato interesse per il sito termitano.
Nel ringraziare Lei, per il lavoro fin qui svolto, e l’amministrazione del suo dicastero, non posso non avanzarLe la formale richiesta di venire nella nostra città a rassicurare, per quanto possibile, chi vive in uno stato di apprensione che condiziona la vita economica e sociale di tutta una comunità.
Apprezzo gli sforzi che Lei ha posto in essere e ancor di più credo nella sua ferma volontà di voler proseguire nel percorso serio ed intransigente che è stato evidenziato con l’Accordo di Programma Quadro, firmato dalle parti interessate, per il rilancio della nostra zona industriale, ma è palese che ciò non basta ai lavoratori che non sanno cosa gli accadrà dopo la scadenza del 31 dicembre 2011, fissata dai vertici Fiat quale ultimo giorno di produzione in terra Imerese.
Con moltà umiltà e consapevole del ruolo che i cittadini ci hanno affidato le chiedo di voler prendere in seria considerazione l’apertura di un tavolo tecnico cosi come richiesto dai sindacati di categoria.
Infine le voglio rappresentare il disaggio che viviamo noi amministratori locali che, volente o nolente siamo l’avamposto delle Istituzioni e coloro a cui i cittadini giornalmente si rivolgono per lamentare i loro malesseri, nel non poter dare risposte concrete e certe.
Non voglio rischiare di divenire prolisso con questa mia lettera, ma La prego vivamente e, mi ripeto, con umiltà di venire nella nostra città ad incontrare i sindacati e a rassegnare loro le giuste rassicurazioni sulle intenzioni che lo Stato, la Regione e le parti interessate hanno raccolto nell’Accordo di Programma Quadro.
Sicuro che questa mia nota non resterà inevasa e/o carta straccia, colgo l’occasione per rinnovarLe i miei personali ringraziamenti e per porgerLe i miei più cordiali saluti e auguri di buon lavoro.