Risultati della campagna di studio degli scavi archeologici a Himera Tra cibo, dei e catastrofi – La vita di una colonia greca

Mercoledì 19 agosto, alle ore 18.30, presso il Tempio della Vittoria di Himera saranno presentati, da parte di Elena Mango, direttore della missione archeologica dell’Università di Berna, gli interessanti risultati, le scoperte più significative e una bella selezione dei reperti appena analizzati, che hanno caratterizzato la campagna di studio di quest’estate, realizzata in collaborazione con il Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato.

Nonostante le difficili circostanze dovute alla pandemia, che non hanno consentito (reso impossibile) in tutto il paese gli scavi archeologici , è stato invece possibile continuare – in forma di campagna di studio – la ricerca archeologica nella colonia greca di Himera. Invece dell’ormai consueto scavo archeologico annuale, l’Università di Berna ha condotto uno studio approfondito dei reperti degli scavi eseguiti sul Piano del Tamburino negli anni 2016–2019, che, dagli inizi della collaborazione tra l’Università di Berna ed il Parco Archeologico di Himera nel 2012, hanno portato alla luce due nuove ed interessantissime aree sacre. Queste non hanno soltanto arricchito le conoscenze e le abitudini religiose della colonia, ma hanno anche aggiunto un nuovo e ampio spazio urbano alla città, che fa di Himera una delle colonie greche di Sicilia più estese.

Gli scavi sul Piano del Tamburino 2016–2019 si erano concentrati su una delle due aree sacre, caratterizzata da un vasto e interessantissimo Open Space (spazio aperto), a cui si accedeva tramite un ingresso relativamente stretto. Questo spazio con quattro altari e numerosissime deposizioni votive è il cuore del santuario, dove la comunità imerese svolgeva le proprie feste, i riti e le varie attività connesse con la sfera del sacro. In uno dei vani degli edifici circostanti, legati anche loro a funzioni sacre, è stato trovato sotto un imponente crollo di tegole – forse dovuto ad una catastrofe naturale (terremoto?) – il completo mobiliare necessario alla preparazione e alla conservazione del cibo, tra cui vasi per derrate alimentari e veri e propri ‘kit da cucina’, con marmitte e pentole, nonché fornelli e piastre da cottura per la preparazione del cibo, come anche pizze e focacce.

La campagna di studio si è svolta nei locali dell’Antiquarium, uno dei due musei di Himera, che ospita i tesori di più di 50 anni di ricerca archeologica effettuata nell’antica colonia greca. Alla campagna di studio, guidata dalla Prof.ssa Elena Mango dell’Università di Berna, hanno partecipato per ragioni di sicurezza un numero ristretto di cinque studenti e collaboratrici, che hanno sia perseguito la loro formazione studentesca (Lena Graf, Andrea Lanz, Georg Cap), sia le loro ricerche dottorali e post-dottorali su due aspetti importanti delle aree sacre rinvenute: Marcella Boglione ha continuato il suo studio sulle attività rituali, Aleksandra Mistireki ha cominciato lo studio della ceramica da cucina e di uso comune con l’obbiettivo di analizzarne anche il potenziale socio-culturale.

Le indagini archeologiche sono il frutto di un rapporto di convenzione quinquennale, regolarmente autorizzato dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, istituito con l’Università di Berna dal Parco di Himera. Una proficua collaborazione che ha dato risultati di straordinario interesse per la comprensione dell’urbanistica e della storia della colonia greca, che rendono Himera una delle realtà archeologiche più importanti dell’intera Isola.

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