Pizzo allo chef della “Prova del Cuoco” Natale Giunta

Antonino Ciresi e Maurizio Lucchese il 12 marzo nell’ufficio di Natale Giunta gli elencarono tutte le attività che lo chef aveva in città. Il servizio catering per il bar del Teatro Massimo, il ristorante al Castello a Mare. Un’analisi precisa e dettagliata segno che i due presunti estorsori avevano fatto le loro indagini e tutti erano a conoscenza delle attività imprenditoriali del cuoco.

“Anche i boss in carcere vedono la televisione” gli avevano detto i due per spingerlo a mettersi a posto e dare 4 mila euro (due a Natale e due a Pasqua per chi si trova in carcere). Natale Giunta non pagò e fece sapere che non aveva i soldi per farlo. Si presentò ai carabinieri e inizio la lunga serie di denunce e iniziarono le intimidazioni.

Il 24 maggio 2012 Natale lo chef trovava un biglietto nel tergicristallo della sua auto che era posteggiata vicino la casa delle sua fidanzata. “Mettiti apposto un fari usbirru pichi finisci mali”. A novembre dello scorso anno una nuova denuncia. Natale Giunta disse ai carabinieri che aveva subito un danneggiamento presso il ristorante Sailem al Castello a Mare. Alcune porte, tra cui quella principale del ristorante, erano state forzate e diverse confezioni di alcolici e superalcolici erano state lasciate nei pressi dell’uscita. Alcune stanze erano state messe a soqquadro.

Ancora il 30 novembre nuova denuncia: Maurizio Lucchese aveva fissato un nuovo incontro. Il 30 dicembre una nuova denuncia. Una notte terribile quella. Nelle stesse ore il personale della Ksm segnalava prima una nuova irruzione nel locale. Poi il ritrovamento attorno alle cinque di una tanica di benzina con un accendino.

Il due gennaio ancora Giunta si presenta dai carabinieri. Durante il veglione nel corso di un diverbio uno dei suoi interlocutori lo aveva apostrofato “è inutile ca t’annachi …sei uno sbirro di merda…”. Un altro poco dopo era tornato e gli aveva detto. “ricordati che qui comandiamo noi….sei un pezzo di merda amico dei carabinieri…tu stasera a casa nun te vai a curcare”.

Il 6 gennaio scorso, Giunta uscì con Alfredo Perricone e le rispettive compagne per trascorrere una serata presso il Tribeca un locale di via Mariano Stabile. Ad un certo punto della serata,i due si appartano e Perricone gli riferiva di essere molto preoccupato per aveva saputo delle denunce per estorsione presentate ai carabinieri.

A riferirgliele sarebbe stato Raffaele Favaloro che dovrebbe avere una gioielleria al Borgo Vecchio e che Perricone conosceva da anni in quanto avevano i negozi vicini. Perricone dice a Giunta che c’erano persone riunite alla taverna del Borgo che gli dovevano fare la “boccia” (lo dovevano picchiare). Tutti fatti e racconti che sono al centro di indagini che questa notte hanno portato agli arresti dei quattro presunti estorsori e che hanno aperto un nuovo fronte sulla lotta al racket.

“La mia è una scelta da imprenditore libero che ama il suo lavoro e va avanti”. Natale Giunta è visibilmente provato dal ciclone che lo ha investito da quando la sua denuncia è diventata pubblica. “Come faccio a dire che non ho paura. La mia è stata una scelta consapevole. Ho trovato tante persone che mi sono state vicine. La mia famiglia, Confindustria, Libero Futuro le associazioni antiracket – aggiunge – Le forze dell’ordine hanno fatto il loro lavoro e lo stanno continuando a fare. Anche la magistratura mi è stata accanto in questa scelta e sta proseguendo nel mio lavoro”.

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