M5S – Patto di stabilità: cosa sta succedendo?

– Cos’è il Patto di stabilità? E’ uno strumento di controllo dell’indebitamento di ogni singolo Ente.
In parole povere il concetto è quello di pagare le spese di investimento (opere pubbliche) solo in base alle entrate effettive per ciascun anno. Ciò al fine di imporre agli Enti il risanamento dei conti pubblici generali. Il Patto di stabilità, di fatto, chiede ai Comuni di ottenere un avanzo finanziario che, però, non si potrà più destinare, come nel passato, a finanziare opere pubbliche ma a ridurre i mutui contratti nel tempo;
– Recentemente abbiamo appreso, nella riunione dei Capi-Gruppo, che questo Comune ha, appunto, sforato gli obiettivi di finanza pubblica imposti dal Patto di Stabilità e la passata Amministrazione, guidata dall’attuale Sindaco, lo ha fatto consapevolmente:
1) Facciamo riferimento alle delibere di Giunta 195 e 241 del 2012, che sono atti di indirizzo, che proponevano al Dirigente del 3° settore di procedere alla sottoscrizione dei contratti d’appalto delle opere pubbliche, rischiando, come richiamato nella delibera 195, il “rispetto dell’obiettivo sia per l’esercizio in corso che per gli esercizi futuri”;
– Nella seconda delibera, la 241, ai punti c) e d), si “rinvia” il tema del rispetto del patto di stabilità al “momento del pagamento degli “Stati avanzamento lavori” e nel momento del “consuntivo”, dimostrando quantomeno una “irresponsabilità politica” da parte Organo di Giunta, il quale dimostra di volere posticipare il problema;
Sulle suddette delibere non sono stati acquisiti (essendo atti di indirizzo), pareri in merito alla regolarità tecnica e contabile, quantomeno opportuni per il tema trattato
2) Facciamo, altresì, riferimento al parere espresso dall’Organo di Revisione, a Novembre del 2013, sulla proposta del Bilancio di Previsione presentata dalla precedente Amministrazione, nella quale:
Alla pagina 11: nella sezione “Verifica dell’effettivo equilibrio di parte corrente”, il Collegio “osserva che l’utilizzo di entrate eccezionali e straordinarie per la copertura di spese correnti ripetitive, costituisce motivo di preoccupazione circa la stabilità dell’equilibrio corrente (si ricorda che la Corte dei Conti, Sezione Regionale Toscana, nella sezione sulla sana gestione del bilancio dell’Ente, approvata con delibera 76/2008, ebbe ad individuare nell’8% delle spese correnti il limite al di sopra del quale il ricorso ad entrate straordinarie rappresenta sintomo di disagio gestionale. (…) Visto pertanto che l’Ente, sia nell’esercizio 2012 che nell’esercizio 2013 è in grado di coprire le spese correnti solo utilizzando entrate straordinarie , tenuto conto che tali entrate, in buona parte, non sono state incassate nè nel corso del 2012 nè nel corso dell’esercizio in esame, si rileva che il bilancio pluriennale prevede l’aumento di entrate correnti, quindi somme a carico dei cittadini per garantire l’equilibrio di competenza e di cassa”
E conclude: “Il Collegio esorta, pertanto, gli organi competenti ad un’attenta gestione in esercizio provvisorio (…) attuando e monitorando misure organizzative che possano garantire il rispetto della normativa e le indicazione della Corte dei Conti”
Alla pagina 44: nella sezione “Osservazioni e Suggerimenti”, punto j) che “…a Consuntivo 2013 il rispetto del’obiettivo programmatico del patto di stabilità interno potrà essere garantito solo nel caso in cui tutte le entrate straordinarie sopra indicate, previste come entrate correnti, si accerteranno e si realizzeranno e solo se (…) tutte le somme dei fondi (riserva) non verranno utilizzate per finanziare la spesa corrente, avendo previsto nella parte una deduzione pari ai fondi previsti in bilancio”. Nel caso in cui il differenziale della parte corrente non potrà essere garantito, non si rispetterà il patto di stabilità per l’esercizio in corso. Il Collegio, pertanto, esorta tutti gli organi competenti ad attivarsi al fine di avviare le procedura amministrative per garantire il rispetto della normativa citata”
Evidentemente l’Amministrazione precedente, guidata dall’attuale Sindaco, non ha preso troppo sul serio le raccomandazioni dell’Organo di Revisione;
3) Facciamo riferimento anche alle recenti dichiarazioni, che sembrano un’ammissione di colpa, rilasciate a mezzo stampa, da parte del Sindaco, nella quale lo stesso dichiara che “pur nella consapevolezza che si correva il rischio di non rispettare il patto di stabilità”, si proseguivano gli iter per la realizzazione di “importanti opere pubbliche necessarie per lo sviluppo della Città”.
Alcune delle quali nemmeno avviate, per essere precisi.
Si giustifica lo sforamento del patto di stabilità asserendo che lo schema di bilancio Consuntivo (non ancora presentato in Consiglio) prevede un avanzo di amministrazione di oltre 900 mila Euro.
Anche nel caso di un avanzo di amministrazione, è doveroso ricordare, in breve, le misure sanzionatorie previste per l’anno successivo a quello dell’inadempienza, di cui all’art. 10 della “Disciplina del Patto di stabilità interno per gli Enti Locali 2013”:
a) Assoggettamento ad una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo, in misura pari alla differenza tra risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato;
b) il divieto di impegnare spese di parte corrente in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio;
c) il divieto di ricorrere all’indebitamento per finanziare gli investimenti;
d) il divieto di procedere ad assunzione di personale, a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale;
e) l’obbligo di procedere ad una rideterminazione delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza, indicati dall’art. 82 del TUEL, apportando una riduzione del 30&% rispetto all’ammontare risultante alla data del 30/06/2010.
Gli Enti localii sono tenuti a comunicare l’inadempienza al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, entro 30 giorni dall’accertamento della violazione del patto di stabilità interno.
Risulta, quindi, palese come sia assolutamente ininfluente presentare un avanzo di amministrazione a fronte di conseguenze talmente negative per un Comune, quali quelle prospettate dalla suddetta Disciplina.
Rileviamo, inoltre, il fatto che il Rendiconto Finanziario per l’anno 2013 non sia stato approvato nel precedente Consiglio Comunale entro il 30/04/2014, presumibilmente in modo consapevole, in quanto sarebbe arrivata da lì a breve una proroga al 30/06/2014.
La suddetta proroga ha permesso alla passata Amministrazione, di fatto, di rinviare la notizia dello sforamento del patto di stabilità, tema grave e da evitare in chiave di campagna elettorale, soprattutto quando le conseguenze sono quelle prospettate, vale a dire un aumento delle entrate correnti sulla pelle dei cittadini e un blocco di fatto di tutte le attività di finanziamento e di assunzione di personale.
Quindi si è scelto di rinviare il problema al nuovo Consiglio, che dovrà, di fatto, analizzare in una manciata di giorni, il Rendiconto Finanziario 2013.
Una corsa contro il tempo che imporrà di valutare un tema delicatissimo, considerando che i Consiglieri Comunali non sono attualmente in possesso del suddetto Rendiconto e considerando altresì il ritardo nella formazione definitiva della giunta comunale che non consente di prendere visione del bilancio .
Qui si evidenzia una eccezionale “irresponsabilità politica” da parte della passata Amministrazione guidata dall’attuale Sindaco.
Stringere al minimo i tempi di azione, al fine di imporre determinate scelte, che si trasformano in urgenti ed inderogabili, non rappresenta, a nostro parere, un modo di agire secondo i canoni del “buon padre di famiglia” che una tale situazione imporrebbe.
Ci riserviamo, quindi, di esaminare attentamente i documenti, allorquando verranno messi a disposizione dei nostri Consiglieri, e riportare l’esito delle nostre analisi alla cittadinanza.

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