Pacchi dono agli svantaggiati: Polemiche su “Tavola amica”

I pacchi dono alle famiglie svantaggiate costeranno 7 mila euro al Comune di Termini Imerese: 70 euro l’uno. I conti li hanno fatti i consiglieri del Pid Francesco Giunta e Pietro D’Amico in una interrogazione al sindaco Totò Burrafato che mette in discussione lo spirito stesso del progetto Tavola amica.L’iniziativa è stata proposta al Comune dall’associazione Nuova Speranza. Oltre al fatto che sarebbe priva del parere di regolarità tecnica del responsabile del servizio interessato, le modalità con cui viene realizzata non sarebbero coerenti con la finalità solidaristica del progetto, ossia quella di sopperire alla grave situazione di disagio economico e sociale che attraversa la comunità di Termini Imerese. Il progetto prevede la consegna a 100 famiglie svantaggiate, individuate dal Comune, di derrate alimentari raccolte attraverso donazioni. La materiale consegna dei prodotti è affidata a volontari ai quali sarà pagato un rimborso spese di 10 euro giornaliere. E pertanto, osservano Giunta e D’Amico, ogni pacco dono costa al Comune 70 euro.Siccome, fanno rilevare ancora i due consiglieri, in città operano da anni associazioni ed enti di effettivo volontariato quali la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli, la Caritas e parrocchie che svolgono un analogo servizio a titolo assolutamente gratuito sarebbe stato meglio assegnare i settemila euro a chi si occupa veramente e del tutto gratuitamente di famiglie in situazione di disagio.

Il consigliere Cilfone dal canto suo risponde così:

Sarebbe stato doveroso, vista anche la materia trattata, un maggiore approfondimento del tema da parte dei due colleghi consiglieri del Pid, che denotano dall’interrogazione una superficiale conoscenza del progetto. Consegnare direttamente a domicilio a cento famiglie derrate alimentari con quantitativi significativi una volta al mese, rende unico e innovativo il progetto proposto dall’associazione Nuova Speranza. Ricordo quando su mia iniziativa nel 2000 il comune di Termini fece una convenzione con Gli Amici del Banco Alimentare di Palermo, che con un rimborso spese di 7 milioni di lire fornivano alimenti a 30 famiglie indigenti termitane, convenzione che dopo un paio di anni l’amministrazione del tempo pensò di non finanziare più. Io, legittimamente, ho voluto approfondire il progetto fatto oggetto di polemica e ho scoperto che moltissime famiglie, pur vivendo in situazioni di estremo bisogno, per pudore o per vergogna, non si recavano nei centri di distribuzione parrocchiali dove si assiste alla consegna delle derrate alla luce del sole e davanti anche a tanta altra gente. È oltremodo importante sottolineare come i 7 mila euro che saranno riconosciuti a rendicontazione dall’amministrazione comunale come rimborso spese, copriranno solo in parte i costi di gestione del progetto, forse solo il trasporto mensile e l’affitto del locale di deposito. E se a tutto questo aggiungiamo che i volontari con mezzi propri (con le10 euro di rimborso forse si pagano la benzina) dovranno effettuare a domicilio le consegne con copertura assicurativa prevista per legge, penso che anche loro dovranno impegnarsi parecchio a racimolare altre donazioni e offerte, per poter garantire l’espletamento del servizio per un anno. Senza nulla togliere a l’opera prestata da altri enti caritatevoli nella nostra città come la Caritas e la San Vincenzo, per quanto detto, non penso si possa parlare di analogo servizio.

FONTE

Nei prossimi giorni pubblicheremo il servizio che chiarirà altri particolari della vicenda.

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