Sarà presentato mercoledì 4 maggio alle ore 17.30 presso la libreria-caffé Punto 52 in via Belvedere, 52 a Termini Imerese il libro Dita di dama di Chiara Ingrao. Ne parla con l’autrice Daniela Dioguardi responsabile archivio UDI.
Chiara Ingrao ha lavorato come sindacalista, interprete, programmista radio, parlamentare, consulente del ministro per le Pari opportunità. E’ stata dirigente dell’Associazione per la pace ed è tuttora impegnata nel movimento pacifista, nel femminismo, nelle iniziative contro il razzismo e per i diritti umani. Ha pubblicato, fra le altre cose, nel 2005 Soltanto una vita, firmato con la madre, Laura Lombardo-Radice, di cui racconta la vita e raccoglie gli scritti; nel 2007 il romanzo Il resto è silenzio, tradotto in bosniaco e presentato a Sarajevo nel 2008.
In Dita di dama la protagonista Francesca, racconta il 1969, l’autunno caldo. Aveva diciott’anni, non capiva niente di niente. A Maria, la sua amica, l’hanno schiaffata in fabbrica, a lei all’università a studiare Legge, dopo pianti e strepiti. Si sentiva esclusa, dal mondo nuovo che se la stava risucchiando, in un vortice di parole oscure: il cottimo, la bolla, la paletta, i marcatempo… Marca-che? ha chiesto. Che roba è? Boh, non lo so, ha detto Maria. Ma dice che sono i più pericolosi di tutti, ‘sti marcatempo. Chi, lo dice? Si ci perdeva, in quei suoi racconti arruffati su Mammassunta e le sorveglianti, su Ninanana e gli scioperi e la milanese e ‘Aroscetta… Fioccavano i soprannomi fra le operaie. E Maria come l’avrebbero chiamata? Per Francesca le è andata bene. Buttala a ridere, diceva; mentre le massaggiava le tempie e le spalle, messe a mollo nel bagnoschiuma, per cercare di togliersi di dosso la puzza di stagno… E la puzza di fumo? E il consiglio di fabbrica? Una cosa pazzesca, incontrare Peppe in quel modo. E ancora più pazzesco innamorarsene. O no? Francesca non lo sa, perché le assediano la mente quei tempi frenetici, con tutte quelle cose che le precipitavano addosso: piazza Fontana, i contratti, lo Statuto dei lavoratori, il divorzio, Reggio Calabria… Francesca non lo sa, perché tutti questi ricordi, perché proprio in quel momento.