Non un Carnevale austero ma un Carnevale pessimo a Termini Imerese

Questa sera mi sono recato con una troup di TeleTermini ai capannoni, dove ogni hanno le maestranze preparano i carri che fanno grande il Carnevale di Termini Imerese: le nostre maestranze infatti hanno avuto riconoscimento di essere ottimi artigiani da tante voci autorevoli soprattutto fuori le mura di Termini Imerese, ma si sa nessuno è profeta in patria.

Io questa sera non me la sono sentito di fare il servizio classico che ogni anno vi anticipa i temi dei carri e vi fa dare una sbirciatina tra le meraviglie di carta pesta che ogni anno siamo abituati ad ammirare.

Ma prima di entrare nel dettaglio voglio darvi delle news: quest’anno 2013 le sfilate dei carri si terranno sia domenica che martedi come da tradizione ma solo nella parte alta della città, non ci saranno sfilate nella parte bassa che, a parere di molti esperti del carnevale, è più idonea. Il motivo è riconducibile alla delusione che questa sera mi ha spinto a non fare il servizio e a rimandarlo a tra qualche giorno, ovvero, per usare un eufenismo, sono ridotti all’osso.

Il sindaco Burrafato aveva parlato di Carnevale austero ma questo 2013 rasentiamo il ridicolo. Su tutto si poteva risparmiare ma non sui carri che sono e rimarranno sempre, insieme alle maschere tipiche del nanno e della nanna, il simbolo o per meglio dire il senso del Carnevale Termitano.

Deluso e amareggiato mi aggiro tra questi “carri” e tra le carcasse che hanno fatto la storia delle scorse edizioni. I carristi presenti erano spenti nei loro occhi non c’era quella gioia che si poteva leggere fino allo scorso anno. Uno di loro mi dice: “il carnevale termitano è finito”. Io non voglio credergli e continuo la mia visita silenziosa tra i ragazzi, pochissimi rispetto agli anni precedenti, coinvolti nella centenaria passione della carta pesta. Continuo la mia visita un’ala del capannone è chiusa e mi dicono che forse ha già finito il grosso e gli mancano i ritocchi e dunque non viene già più con assiduità. Ma anche gli altri presenti mi spiegano che lavorano ai carri solo 5 ore al giorno e sono pure troppe per il contributo ridicolo che abbiamo accettato pur di continuare la tradizione della carta pesta: 7.000 euro per un carro. “Non ci sono premi per i primi classificati o comunque non ne teniamo conto tanto sono pochi.”

“Però ci saranno 3 giorni di spettacoli e/o concerti da sabato a martedi”, ci dicono: “noi siamo considerati l’ultima ruota del carro in tutti i sensi”.

Ma mi chiedo non dovrebbe essere al contrario? Ovvero, prima non si dovrebbero promuovere le maestranze  e poi gli spettacoli?

Decido di andare via e di scrivere queste quattro righe per informarvi di come stanno le cose. Ma il Carnevale è la festa di tutti e sarà comunque una festa.

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