Mafia, infiltrazioni nei servizi portuali di Palermo e Termini Imerese. Sequestrate tre società

Procura e Dia accusano le tre società di gestire i servizi del porto di Palermo e di Termini Imerese in regime di monopolio di fatto, grazie ai legami con la mafia. La Sezione misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto l’amministrazione giudiziaria di tre società e il sequestro dei beni a carico di 4 persone vicine a famiglie mafiose di Palerm. I beni sequestrati raggiungono un totale di 2,5 milioni di euro. L’amministratore nominato dal Tribunale ha promesso che saranno tutelati i posti di lavoro. Le società che gestivano i servizi portuali, la Terminal Containers Palermo s.r.l., la Portitalia S.r.l. e la New Port S.p.a., sono state sequestrate perché molti soci farebbero parte di cosa nostra. Il sequestro dei beni ha riguardato le proprietà di Antonino Spadaro, Maurizio Gioè e Girolamo Buccafusca. Lo scorso maggio l’autorità portuale di Palermo aveva già sospeso le concessioni alla New Port spa, proprio in seguito a un’informativa della Prefettura che indicava tra i soci la presenza di soggetti legati alla mafia. I servizi portuali nei mesi successivi erano state ereditate dalle altre due società ora sequestrate. Le due società, secondo la Dia, avrebbero ereditato i rami d’azienda della New Port solo per dare una parvenza di legalità, ma la gestione dei servizi portuali di fatto era ancora in mano a personaggi legati a Cosa nostra. Quasi quaranta soci della New Port infatti, secondo quanto emerso dalle indagini, avevano precedenti per mafia.

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