E’ stata approvata la manovra finanziaria per il 2011 alla Regione Sicilia. Palazzo d’Orleans l’ha esitata alle ore 23 di due sere fa, dopo enormi difficoltà che il governatore Raffaele Lombardo ha incontrato, per la poco coesa maggioranza, formata da un’inedita coalizione Mpa, Fli, Udc, Api e Pd. La manovra è stata approvata con i voti della maggioranza e il no dell’opposizione. Tuttavia, il potente governatore siciliano starebbe prendendo atto delle scarse possibilità di proseguire su questa strada, con le perplessità crescenti nella coalizione che lo sostiene, aprendo alla possibilità di un rimpasto, anche su pressioni interne al suo stesso movimento autonomista, che spingono forse anche per un ricambio di maggioranza. Su questo punto, a parole, Lombardo non sembra intenzionato a tornare indietro, cioè niente scambio Pd-Pdl, ma le probabilità che si arrivi in Sicilia al voto anticipato crescono sempre di più e decisive saranno le prossime giornate politiche.
Questa settimana, infatti, si apre l’assemblea regionale del Pd, il quale pur avendo perso rovinosamente le elezioni del 2008, ha dato vita a un ribaltone a Palermo, alleandosi con i finiani e con i centristi, mandando all’opposione il Pdl, che è stabilmente e di gran lunga il primo partito della regione.
Nel Pd, tuttavia, sono tantissimi i malumori, guidati e rappresentati dall’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, che si contrappone alla politica di sostegno a Lombardo, garantita da Anna Finocchiaro (che nel 2008 si candidò proprio contro l’attuale governatore).
E sempre in settimana anche il Pdl si muoverà, creando il nuovo coordinamento regionale, ad oggi guidato da Giuseppe Castiglione, presidente della provincia di Catania, alla presenza del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano.
Sarebbe davvero clamoroso, tuttavia, se Lombardo procedesse a un rimpasto di governo. Sarebbe il quinto in meno di tre anni di guida della Regione, e il più eclatante risale al maggio 2009, quando azzerò la giunta, una settimana prima delle elezioni europee, come ritorsione contro Berlusconi e il suo partito, che avevano introdotto lo sbarramento al 4% per accedere al Parlamento di Strasburgo. E in quell’occasione il Pdl, dato al 50% nei sondaggi, tonfò al 36%.
Il clima oggi è molto meno favorevole a Lombardo, il quale non gode più del consenso della maggioranza dei siciliani, e anche all’interno del suo Mpa si levano voci di dissenso dalla sua gestione politica, con smottamenti anche sul piano nazionale, visto che due parlamentari di peso nell’isola sarebbero in procinto di passare con la maggioranza, sostenendo il governo Berlusconi a Roma, contro l’ordine di Lombardo.