La creazione di un Ecomuseo a Termini Imerese

COMUNICATO STAMPA

Nella nostra città se ne parla da alcuni anni. In occasione del carnevale termitano del 2015 era stata lanciata l’idea di istituire un Ecomuseo della pasta, che recuperasse la memoria materiale ed immateriale di questa attività tra le più importanti e significative che si svolgevano nella nostra città e contemporaneamente aiutasse a sviluppare iniziative imprenditoriali per la produzione della pasta di qualità, biologica, con l’uso dei grani antichi. In occasione della iniziativa proposta nel 2016 denominata I Venerdì dell’Annunziata, fu ripresa l’idea dell’ecomuseo, legata questa volta alle terme ed al patrimonio materiale ed immateriale della parte storica della nostra città: l’ecomuseo delle Terme Culturali.

La Regione Siciliana già nel 2014 si era dotata di una legge sulla istituzione degli ecomusei, ma solo recentemente ne ha completato l’iter, costituendo il comitato scientifico regionale ed emanando nuove linee guida.

Adesso, la proposta di istituire un ecomuseo figura anche nel programma ufficiale del sindaco neo eletto e ciò rappresenta una importante e felice apertura, dal momento che noi pensiamo che l’ecomuseo deve vedere tra i suoi fautori l’amministrazione comunale, insieme alle forze vitali della società, alle associazioni, agli organismi che vogliono impegnarsi nel progetto.

Con questo documento, altresì, si costituisce il comitato promotore, aperto ad altre adesioni, per la nascita e lo sviluppo nel territorio comunale di Termini Imerese di un’esperienza di ecomuseo, che noi riteniamo possa essere un importante strumento per favorire un innovativo e virtuoso modello di sviluppo locale attraverso la conservazione, la gestione e l’accrescimento del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico.

Termini Imerese ha una storia millenaria e un patrimonio naturale e culturale, materiale e immateriale, di straordinaria importanza. Un patrimonio che attraverso la costituzione di un ecomuseo può essere ulteriormente valorizzato e inserito nel più ampio quadro di una strategia di sviluppo del territorio che punti, attraverso un percorso partecipato e motivato, a incoraggiare i processi di territorializzazione, alla implementazione del capitale sociale e materiale, a interpretare con una nuova visione le tradizioni, le capacità di fare ed i valori autentici del territorio guardando alla qualità della vita.

Come ha acutamente rilevato Hugues de Varine, un ecomuseo “è qualcosa che rappresenta ciò che un territorio è, ciò che sono i suoi abitantii, a partire dalla cultura viva delle persone, dal loro ambiente, da ciò che hanno ereditato dal passato, da quello che amano e che desiderano mostrare ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli”.

A sua volta la legge regionale siciliana definisce un ecomuseo come ” una forma museale, mirante a conservare, comunicare e rinnovare l’identità culturale di una comunità. Esso costituisce un patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura di un territorio e si attua attraverso un progetto condiviso e integrato di tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione di cultura di un territorio geograficamente, socialmente ed economicamente omogeneo, connotato da peculiarità storiche, culturali, materiali ed immateriali, paesistiche ed ambientali “.

Il cuore della proposta è rappresentato dall’ invito che noi rivolgiamo alla comunità termitana per la stipula di un vero e proprio “patto” che, partendo dalla condivisione del progetto di ecomuseo, veda la nostra comunità impegnata a prendersi cura del territorio e a realizzare una ipotesi di sviluppo sostenibile e originale.

Entrambi i concetti: patto e progetto condiviso, fanno perno sull’elemento della partecipazione attiva di una comunità già alla elaborazione del progetto di ecomuseo, nonché alla sua realizzazione, alla sua gestione, alla sua fruizione collettiva.

Adoperando una classificazione proposta da Giuseppe Reina (uno dei massimi esperti di ecomusei in Italia e ispiratore della legge regionale siciliana), un ecomuseo deve avere una o più delle seguenti caratteristiche:

A) Architettura e giacimenti culturali
B) Folklore (sagre, feste, manifestazioni culturali e rievocazioni storiche)
C) Prodotti tipici, cioè produzioni di eccellenza nel campo agroalimentare (in particolare Dop, Igt, etc.)
D) Artigianato che recuperi saperi locali e della tradizione storica
E) Itinerari paesaggistici e risorse ambientali.

Tutte le caratteristiche sopra elencate sono presenti in Termini Imerese, ma esse devono essere tematizzate e organizzate in percorsi della storia, del sapere, del saper fare, dell’attività antropica fortemente ancorata al territorio e rispettosa dell’ambiente, della spiritualità, fino a costituire la rete dell’ecomuseo sul territorio.

Utilizzando la classificazione sopra riportata, possiamo individuare le emergenze presenti nel nostro territorio e comprendere se può funzionare l’idea di un Ecomuseo che inglobi, tra l’altro, l’idea delle terme culturali ma anche l’idea dell’ecomuseo della pasta.

Per quanto riguarda il punto A), facciamo fatica ad elencare tutte le tessere che compongono il mosaico del nostro patrimonio architettonico e culturale, concentrati in gran parte nel centro storico, ma anche nel territorio, con particolare riferimento a Himera, a Villaurea, a Floriopoli.

Per quanto riguarda il punto B), ricordiamo solo qui: il Carnevale più antico di Sicilia; il Presepe vivente che si svolge tutto intorno all’Annunziata; il culto e i riti dell’Immacolata, possiamo aggiungere la Sagra della favazza e le Infiorate.

Per quanto riguarda il punto C), possiamo fare riferimento: alla Favazza e a i maccarruni ‘nta maidda che potrebbero facilmente ottenere un marchio di identità europeo, al pesce azzurro, alla produzione di olio, al miele, alla tradizione dolciaria e pastaia (quest’ultima da recuperare: compito dell’Ecomuseo). Per quanto riguarda il punto D), esiste un artigianato di qualità, esistono antichi saperi legati alla pasta, alla lavorazione del pesce, alla tessitura delle reti, per non parlare della cartapesta e dell’arte di comporre i carri allegorici, etc.

Per quanto riguarda il punto E): il mare, le Terme, la Serpentina, il Belvedere, il paesaggio agrario dell’uliveto, l’itinerario paesaggistico/archeologico di Himera, l’antico acquedotto Cornelio.

Riteniamo importantissimo individuare l’dea guida, che poi è anche l’idea forza, che rende l’ecomuseo non più un elenco di emergenze di una città o di un comprensorio, bensì il tracciato su cui innescare gli itinerari, che non saranno più statici o meramente contemplativi, ma funzioni attive della comunità, promozione di sviluppo sostenibile e di qualità, non sottovalutando l’aspetto legato alla possibilità che l’Ecomuseo diventi un brand caratteristico, agente di marketing della città.

Proviamo anche ad immaginare la mappa dell’Ecomuseo, la sua individuazione nel territorio comunale, la trama del tessuto culturale e produttivo che si può generare.

Per quanto riguarda la denominazione dell’Ecomuseo pensiamo possa essere pertinente ” THERMAE ” o “THERMAE HIMERENSIS” (ma anche altre, ad es. Ecomuseo delle quattro scalinate), che ci aiuta a comporre la mappa e a indentificare il territorio: quella parte del centro storico che abbraccia la parte bassa della città e si sviluppa verso la parte alta avendo come riferimento le grandi scalinate storiche: Sant’Orsola, via Roma, via Errante, Via La Manna. Esso avrebbe due porte di accesso: Piazza Bagni, dove l’edificio restaurato e di proprietà del comune ne potrebbe essere la sede propulsiva (anche museale); piazza Duomo (la sede della Pro loco, il Museo, o altro – l’antico collegio dei Gesuiti in via Roma) come sede di riferimento.

Va precisato che l’Ecomuseo non si sostituisce o si sovrappone alle realtà già esistenti ed organizzate (Museo, Biblioteca, Museo dell’automobile), ma si integra con esse, costruisce sinergie.

Tutte le idee e le proposte qui formulate sono aperte e suscettibili anche di radicali cambiamenti in funzione del dibattito che si svilupperà nella nostra comunità.

In questo dibattito noi pensiamo che ci si dovrebbe avvalere di un Comitato Scientifico formato da personalità di grande competenza che collabori, fin dall’inizio, nella stesura del progetto di Ecomuseo.

Associazione Rivediamo Termini
Associazione Circolo l’Acquilone – Legambiente
Associazione Centro Studi Opera Don Calabria
Associazione Archeoclub Himera
Associazione Termini d’Amuri
Associazione Turistica Pro Termini Imerese

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