La Cgil lancia l’allarme: Sono nove milioni le persone in difficoltà. Parola di Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, che spiega: Ci sono più di tre milioni i precari in Italia ma, se si sommano tutte le forme di lavoro falsamente autonome, quasi il 50% dei giovani occupati è precario. E mentre il governo discute sull’abolizione dell’ Articolo 18 e sul ridimensionamento della cassa integrazione, la Cgil snocciola i numeri di un fenomeno in pericoloso aumento. Nelle nuove assunzioni – va avanti Fammoni – la percentuale di lavori temporanei è salita ormai all’80%. A questo si aggiungono poi 2 milioni 300mila disoccupati e oltre 1 milione di lavoratori interessati dalla cassa integrazione. Senza contare, prosegue il dirigente Cgil, il milione di part time involontari, con un numero di ore così basso da essere assimilabili alla condizione di precari a tutti gli effetti. Secondo gli ultimi calcoli del sindacato, sarebbero 3 milioni i lavoratori coinvolti nel lavoro nero e nel sommerso. Nove milioni di persone in grandissima difficoltà col lavoro chiosa.
Come se non bastasse, la segretaria confederale della Cgil con delega ai problemi previdenziali e del welfare, Vera Lamonica, rincara la dose: Sono migliaia i lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione. Difficile quantificare il numero dei lavoratori coinvolti, perché le fattispecie interessate sono numerosissime: accordi collettivi, accordi individuali, piccole e piccolissime aziende, uscite senza ammortizzatori, e molto altro ancora. Si tratta in ogni caso di un numero molto superiore a quello che il Governo lascia intendere. Quel che è sicuro – spiega Lamonica – è che vengono rimessi in discussione anche accordi di aziende grandi e importanti, o perché sono stati sottoscritti nel lasso di tempo tra il 4 e il 31 dicembre 2011,o perché prevedono la risoluzione effettiva del rapporto di lavoro successivamente al dicembre 2011.
Ecco alcuni dati: i 386 esuberi di Agile/Eutelia, ma anche Alenia (747), Fiat Irisbus (653), Fiat Termini Imerese (640), Fincantieri (1240), Selex Elsag (230), Wirpool (495). Per il settore edile: Rdb (137), Unical (50). Per il farmaceutico, Sanofi (460), Sigma Tau (569). Nel settore dei servizi spicca Poste italiane, con 2mila esuberi, ma anche Defendini (400) e Telepost (125). Per il trasporto aereo: Alitalia/Meridiana e altre ancora, per un totale di 5mila esuberi, quattro anni di Cig più tre di mobilità dal 2008). Molte anche le procedure ancora aperte, come quella con i mille lavoratori dell’Alcoa. Questa – spiega però la dirigente Cgil – è solo la punta di un iceberg.
Intanto i giovani della Cgil, dopo gli ultimi numeri sulla disoccupazione degli under 35, non ci stanno a farsi dare dei mammoni dal ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri: È grave il fatto che un esponente del governo riproponga cliché inutili di fronte ad una generazione a cui si sta togliendo tutto dichiarano.