Si tratta di Tommaso Scanio. Qualcuno ha bloccato con l’attak le serrature della porta di casa del penalista iscritto al foro di Termini Imerese. Prima di andare via, ha lasciato una lettera minatoria nella cassetta della posta in cui, oltre alle ingiurie, si fa riferimento alla restituzione di una somma di denaro.
L’abitazione di Scanio si trova nella zona di corso dei Mille. Le indagini sono affidate alla polizia. Ci sono episodi, recenti e significativi, nella carriera del penalista. A lui, infatti, si era affidato al momento dell’arresto Fabio Tranchina, fedelissimo del clan mafioso di Brancaccio che poi avrebbe scelto di collaborare con la giustizia. Il secondo episodio, invece, riguarda una cooperativa di lavoro di cui Scanio e’ presidente. Una coop che vorrebbe occuparsi di rifiuti, settore che Scanio conosce bene visto che e’ stato consulente dell’Amia nella tanto discussa stagione di sprechi e viaggi all’estero. Nel novembre scorso tre soci hanno presentato un esposto in Procura chiedendo indietro i soldi pagati per aderire alla cooperativa Fenice. Circa 500 euro. Nessun inganno o truffa e sopratutto nessuna promessa di posti di lavoro, disse allora il penalista. Oggi, dopo l’intimidazione, si dice turbato per l’accaduto ma preferisce non rilasciare dichiarazioni.