Il Sole24Ore: Riaperto il bando per la Blutec di Termini Imerese

Ci si aspettava una decisione e invece per l’ex stabilimento Blutec di Termini Imerese è tutto da rifare o quasi. Almeno è quello che si evince dalla mail che i commissari straordinari (Giuseppe Glorioso, Fabrizio Grasso e Andrea Bucarelli) hanno inviato ieri sera alle parti coinvolte e in particolare ai gruppi che hanno già presentato manifestazione di interesse per la cessione della business unit del palermitano. È la seconda volta che accade nel giro di un tre di mesi o poco più al netto di un rinvio di scadenza deciso sempre dai commissari. E sembra quasi una burla. Invece no.

C’è una mail di poche righe che parla chiaro: «Egregi signori, considerato che nessuna delle offerte pervenute è risultata idonea, è imminente la pubblicazione, attraverso i medesimi canali già utilizzati, di un ulteriore bando di rimessione in termini che vi consentirà di integrare e/o modificare la vostra offerta, depositando gli atti in modalità cartacea entro e non oltre le ore 13 del giorno 28 febbraio 2024». Una mail, arrivata ieri sera venerdì 2 febbraio, che ha sorpreso non poco gli amministratori dei gruppi che hanno già a suo tempo presentato le offerte e hanno poi risposto alla prima rimessione in termini fatta dai commissari di Blutec sulla base di una decisione, hanno scritto a suo tempo nella comunicazione, del «ministero per le Imprese e il made in Italy». Anche perché questa rimessione in termini, come la volta precedente del resto, apre alla possibilità di nuovi investitori e dunque di nuove offerte per lo stabilimento termitano. Un dato è certo: i tempi si allungano. E la cosa appare inspiegabile.

Un paio di settimane fa al termine dell’incontro tra il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso un comunicato attestava che sarebbero arrivate delle risposte entro la fine di gennaio. E tutti si aspettavano che i tre commissari Blutec chiudessero l’istruttoria entro il 31 gennaio. E invece è arrivata questa nuova comunicazione che apre nuovi scenari in assenza di altre risposte e di molti sospetti su un una gara già decisa a tavolino come sembrava emergere dall’articolo pubblicato dal quotidiano La Sicilia a metà dicembre che dava per certa l’assegnazione dell’area ex Fiat al gruppo italo-australiano di Ross Pelligra, l’imprenditore presidente del Catania Calcio già impegnato in Italia in altre iniziative imprenditoriali e sportive. Il Gruppo di Pelligra è uno dei tre ammessi al termine della prima proroga. L’altro gruppo è quello del cosiddetto Consorzio Sud acronimo di Smart City Group in partnership con l’azienda diritto inglese Sciara Holding e una terza dell’azienda termitana Artemar ma solo per una porzione. Recentemente nel corso di un incontro pubblico che si è svolto a Termini Imerese e organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Palermo si è appreso che vi erano altri interessi per almeno uno degli stabilimenti più piccoli che fanno parte della grande area che fa capo all’ex Blutec ma non se ne conosce il nome.

Il primo a essere sorpreso per la comunicazione di “rimessione in terminI” fatta dai commissari è Fabio Bertolotti, ceo del gruppo Sciara Holding: «Non riusciamo a capire quale sia l’interesse in gioco – dice –. Possiamo solo dire che con il primo rinvio si è persaa la possibilità di un investimento di 50 milioni, quello dell’imprenditore ucraino. A questo punto si rischia di perdere per strada un investimento di 500 milioni, il nostro». Sciara Holding, in attesa che si chiuda la vicenda di Termini Imerese, ha già cominciato a verificare la possibilità di insediarsi in altre aree del Paese: sono state avviate interlocuzioni per avviare un progetto di reindustrializzazione in Calabria. Il ceo di Sciara Holding non nasconde tutte le sue perplessità su questa vicenda. Perplessità tra l’altro manifestate in una lunga mail inviata il 25 gennaio ai commissari che riassume in 11 punti una serie di questioni che, secondo Bertolotti, restano non chiarite «anche perché non abbiamo ricevuto, come in altri casi, alcuna risposta». Due in particolare riguardano la trasparenza: «in base a quali leggi e/o normative è stato effettuato il verbale di apertura delle offerte (articolo 13 del disciplinare) – chiede–. E in base a quali leggi e/o normative non è stata effettuata alcuna comunicazione inerente il contenuto delle offerte o l’eventuale mancanza di documenti essenziali pena l’inammissibilità a seguito del verbale di apertura delle offerte».

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