Il sindaco Burrafato chiede al Presidente della Regione Crocetta e all’assessore all’Economia Agnello la ricapitalizzazione della SIS s.p.a. per realizzare l’interporto di Termini Imerese

L’Accordo di Programma siglato nell’ottobre 2011 per il rilancio della zona industriale di Termini Imerese prevede la realizzazione dell’infrastruttura denominata “Interporto di Termini Imerese –collegamento da e per il porto di Termini Imerese”. Attualmente si è concluso l’iter per l’affidamento definitivo della concessione di costruzione e gestione. Il sindaco Totò Burrafato è tornato a lanciare un appello al Presidente della Regione, Crocetta e all’assessore all’Economia, Agnello per una ricapitalizzazione della società, oggi necessaria per consentire la prosecuzione dei lavori finalizzati alla realizzazione dell’Interporto nell’area industriale imerese.
La Società Interporti Siciliani s.p.a. è un organismo di diritto pubblico e per espressa previsione statutaria può funzionare solo quale stazione appaltante per la realizzazione delle infrastrutture per le quali è soggetto aggiudicatore. Secondo quanto prevede l’Accordo di Programma Quadro essa è composta soltanto da Enti e organismi pubblici.
Sotto un profilo economico la società non potrà mai realizzare il pareggio di bilancio poiché deve sostenere sia i costi connessi alla realizzazione delle opere, sia quelli legati a un adeguato assetto organizzativo ed amministrativo interno. Laddove i ricavi non rappresentano altro che contributi finalizzati al collaudo delle infrastrutture da realizzare e non possono quindi essere contabilizzati.
La perdita economica che si determina annualmente è originata quindi, dai costi per il funzionamento di un adeguato assetto organizzativo interno che fa da supporto alla gestione delle due importanti commesse (che la società dovrà realizzare) l’Interporto di Catania e quello di Termini Imerese.
Tutto ciò determina un fisiologico aumento del gap negativo tra costi e ricavi che pertanto, è destinato a crescere. Un risultato positivo si potrà registrare soltanto nel momento in cui le opere in corso di realizzazione entreranno in funzione. Allorché saranno conseguiti i ricavi provenienti dal canone di concessione in gestione degli impianti.
Per colmare la differenza tra costi e ricavi occorre oggi un apporto da parte dei soci componenti la Società, che sono enti pubblici. Da qui l’appello alla Regione siciliana.
Il rischio che si corre senza questa necessaria ricapitalizzazione da parte della Regione siciliana, titolare dell’investimento ammesso a finanziamento, è quello di vedere questi impianti non completati e altresì quello di perdere i finanziamenti comunitari già stanziati. “Rischio che – ha concluso Burrafato – noi e il nostro territorio, largamente provato dalla crisi di questi anni, non possiamo in alcun modo correre”.

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