Il bilancio della Regione: ecco a chi Musumeci ha tolto i soldi – Ghigliottina Regione

dal Gazzettino di Sicilia

Dal servizio agrometereologico, al reparto ippomontato dei Forestali, dal conferimento di medaglie al valor civile, alla riparazione degli alloggi popolari a carico della Regione, dalla propaganda dei prodotti siciliani, all’istituto incremento ippico di Catania. Sono tagli trasversali, quelli imposti dal maxi emendamento al ddl stralcio che la giunta di governo ha presentato all’Assemblea. Un provvedimento che ha l’obiettivo di liberare risorse, sfrangiando indistintamente i budget di capitoli spesso diversissimi tra loro.
Così le comunità alloggio (ex ospedali psichiatrici) dovranno contare su un milione e 700mila euro in meno rispetto a quanto indicato nel ddl stralcio, passando così da 11,5 milioni di euro a 9,7 milioni. Anche per l’Unione italiana ciechi taglio del 15 per cento alle risorse: da circa 1,5 milioni a 1,3 milioni di euro. E ancora, dovranno tirare la cinghia i pazienti siciliani affetti da talassemia che ricevono un’indennità da parte della Regione: i fondi quest’anno saranno sfrangiati da 9,2 milioni di euro a 7,8 milioni.
Dieta dimagrante anche per il personale parchi e riserve, che dovrà fare i conti con un milione e mezzo di euro in meno in bilancio: da 10,3 milioni si passerà a 8,7 milioni. Anche le attività di sostegno al territorio per i Comuni afferenti gli aeroporti di Birgi e Comiso avranno un budget ridimensionato: da sei milioni a 5,1 milioni di euro. E ancora: in caso di calamità naturali i fondi per la prima assistenza scendono dai quasi 870mila euro a poco più di 730 mila, mentre il fondo interventi per fronteggiare gli eventi calamitosi passa da 1,2 milioni a poco più di un milione di euro.
Le risorse per il contratto di servizio delle attività di valorizzazione del patrimonio immobiliare, invece, passeranno da 2,7 milioni di euro a quasi 2,3 milioni. Anche i fondi assunzioni riservati ai figli delle vittime di mafia saranno ridimensionati da 255mila euro a 217mila, mentre le risorse riservate agli indennizzi una tantum per le vittime di mafia passeranno da 69 mila euro a 58 mila.
Tutti sfrangiati del 15 per cento. Gli stessi 15 punti percentuali in meno con cui dovranno fare i conti i teatri siciliani. Una coperta, insomma, che sembra essere irrimediabilmente troppo corta: qualunque scelta opererà il governo regionale, alla fine gli scontenti dalla Finanziaria potrebbero essere in molti.
Non solo ex Pip. Tra i capitoli di bilancio che il governo intende tagliare nel prossimo triennio, è una vera e propria ecatombe per tantissimi settori della pubblica amministrazione. Dal capitolo destinato ai contributi per l’attività di ricerca e microelettronica, che potrà contare su 150mila euro in meno quest’anno e 262 mila euro in meno nel 2019, al capitolo destinato all’incremento del patrimonio Irfis: 1,5 milioni in meno nel 2018, 5 milioni in meno nel 2019, sei milioni in meno nel 2020. Tagli anche sugli oneri di garanzia a Sicilacque: quasi due milioni in meno quest’anno e un taglio di oltre tre milioni previsto per il 2019. Fortemente ridimensionati anche i contributi per le nuove assunzioni rivolti alle imprese che si occupano di microelettronica: 600mila euro in meno quest’anno, via un milione nel 2019.
È una Finanziaria che si preannuncia di lacrime e sangue, quella messa nero su bianco nelle tabelle B e C al maxiemendamento presentato dal governo guidato da Nello Musumeci. Calano anche i contributi alle Isole Minori per il trasporto rifiuti: 900mila euro in meno quest’anno e 1,5 milioni nel 2019.
Tracollo per i contributi erogati dalla Regione e destinati al servizio di trasporto pubblico locale: meno 23,5 milioni quest’anno e una previsione di tagli futuri da capogiro, oltre 41 milioni di euro in meno rispettivamente per il 2019 e il 2020.
Ai quali si aggiungono i tagli al capitolo sul pagamento dell’Iva per il trasporto regionale: meno 1,6 milioni nel 2018 e quasi tre milioni l’anno in meno nei successivi due anni. Anche il fondo per il personale Eas in liquidazione subisce una sforbiciata di un milione nel 2018 e 1,7 milioni ciascuno nei due anni seguenti. E ancora, i fondi per il demanio idrico vengono ridotti di 2,2 milioni, mentre il personale Ersu potrà contare su 375mila euro in meno nel 2018 e 700mila euro in meno nel 2019 e nel 2020.
Un bilancio che il primo inquilino di Palazzo d’Orleans, Nello Musumeci, non ha esitato a definire “ingessato e impossibile”. Musumeci promette che cercherà di fare il possibile per trovare una soluzione quanto più condivisa ai tagli. Ma avverte anche: “si sappia che la spesa pubblica non può più essere il pozzo senza fondo, ormai siamo arrivati al collasso”.

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