Giro di Sicilia, salta l’edizione 2024, era in programma dal 9 al 12 aprile

Prima il ritiro dell’idolo di casa Vincenzo Nibali, uno dei corridori italiani più vincenti di sempre, poi il mancato passaggio nella propria regione del Giro d’Italia per diverse edizioni: il periodo non felice tra la Sicilia e il ciclismo viene confermato dal fresco annullamento del Giro di Sicilia, che quindi non avrà luogo nel 2024.  

 La decisione, per la verità nell’aria da tempo, è stata confermata in giornata dai piani altissimi di RCS Sport, che si sarebbe occupata dall’organizzazione di una corsa in linea teorica in programma dal al 12 aprile. “Avevamo un accordo su base triennale, poi è cambiato il loro assetto regionale e, cambiando i personaggi, è cambiato anche l’interesse per il Giro di Sicilia, che salta ma che resterà in piedi seppur con un altro nome“: queste le parole di Mauro Vegni, confermate per quanto riguarda l’ultima parte da un dato interessante. In effetti, le pagine ufficiali dell’UCI indicano ancora quelli in esame come i giorni buoni per una corsa che, a sua volta, potrebbe avere luogo, sì, ma in un’altra regione.

Per ora da parte di RCS Sport c’è il massimo riserbo, destinato a durare probabilmente finché non saranno pronti e firmati tutti i documenti buoni a sancire il cambio di location. In ballo non ci sono accordi economici già presi, ma anche una corsa reputata fondamentale da diverse squadre per preparare al meglio il Giro d’Italia. Non a caso, è già certo che in quei giorni si correrà in Italia, con RCS Sport che farà di tutto per tutelare un appuntamento nostrano nell’economia di un calendario, quello dell’UCI, già molto fitto e che spesso non rema a favore del nostro Paese: basti pensare alla contemporaneità di diverse corse italiane con altre straniere, come succederà tra una settimana esatta tra Tirreno-Adriatico e Parigi-Nizza.

Quanto alla sostituzione della Sicilia, le indiscrezioni parlano di una regione del centro-sud molto vicina a RCS Sport: un identikit che conduce all’Abruzzo, già teatro di diversi eventi clou e, un anno fa, della Grande Partenza (per la precisione da Fossacesia) del Giro d’Italia 2023. Se ne saprà di più tra qualche settimana, se non prima.

Per ora la Sicilia si lecca le ferite e guarda indietro con rimpianto a una corsa che, a partire dal 2019 e dopo anni di assenza, aveva avuto in gara (e sul podio) diversi big: da Brandon McNulty, allora ancora un astro nascente, a Vincenzo Nibali, passando per un altro siciliano come Damiano Caruso, prima di arrivare ad Alexey Lutsenko, il vincitore dell’edizione 2023, (per ora?) l’ultima in Sicilia. Molto, come affermato da Vegni non senza un tono polemico e amareggiato, dipende dalla politica. “Probabilmente chi c’è ora è meno appassionato di ciclismo, mentre chi c’era prima sì e, soprattutto, vedeva nell’evento un grande traino anche per il turismo e per la diffusione nel mondo delle bellezze di un’intera terra“.

Da martedì 9 a venerdì 12 aprile, date in cui si sarebbe dovuto correre il Giro di Sicilia, il circus del ciclismo italiano si sposterà presumibilmente in un’altra regione. Le trattative sarebbero ormai in dirittura d’arrivo (potrebbe essere l’Abruzzo?).

Il danno d’immagine per il movimento, per il turismo, per il grande impatto che ha avuto sul territorio la classica a tappe siciliana, è notevole anche perché la gara in calendario era (ed è ancora in tutti i calendari) stata programmata da tempo a cavallo del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria e il Tour of the Alps. Una data strategica per molte squadre anche in vista del Giro d’Italia. E alcune squadre l’avevano messa pure in programma sul piano tecnico per fare bene.

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