Fiat ed il Governo continuano ad umiliare Termini Imerese

Il Governo regionale dovrebbe leggere con attenzione l’articolo pubblicato dal quotidiano “Repubblica” il 20 novembre scorso sui conti della Fiat e poi,magari, fare una telefonata a Torino; digitare il numero personale di Marchionne e chiedere come mai Termini Imerese è stata abbandonata al proprio destino, trasformandosi in una delle più importanti vertenze occupazionali degli ultimi decenni in Sicilia, mentre l’azienda torinese ha ammesso di aver ricevuto nel 2012, in termini di somme a valere sulla Cassa Integrazione e Guadagni, una cifra di gran lunga superiore ai contributi versati.
In poche parole, la ripresa di Fiat, tanto strombazzatasui media allineati, non solo l’abbiamo finanziata noi, cittadini, con i nostri soldi, ma addirittura abbiamo regalato loro una montagna di milioni, ancora non perfettamente quantificabili, affinchè chiudessero le fabbriche, compresa quella di Termini Imerese, licenziassero migliaia di persone tra diretto ed indotto, e potessero poi andare in America e sostenere di aver prodoto utili nell’ultimo anno, facendo cosi lievitare il valore delle azioni e l’eventuale dividendo per gli azionisti. Semplificando ulteriormente, abbiamo finanziato noi, cittadini italiani, la crescita, lo sviluppo e gli utili di un’azienda privata.
Stavolta senza neanche la scusante del fatto che si tratta di un’azienda strategica, ancorchè privata, visto che guarda più all’America che all’Italia, nè che in mezzo ci sono migliaia di posti di lavoro, atteso che quelli siciliani, nella connivenza generale di gran parte della politica e delle istituzioni, sono stati spazzati come foglie al vento. Ce ne sarebbe abbastanza per autorizare Crocetta ad alzare il telefono, chiamare Marchionne ed Agnelli e chiedere conto e ragione di questi incredibli dati.
Ma ce ne sarebbe abbastanza soprattutto per fare un’altra telefonata, ancora più urgente e ricca di significato per la Sicilia: quella a Letta, al Ministro per lo Sviluppo Economico ed a quello dell’Economia, e persino ai segretairi dei principali partiti, Pd in testa. A loro bisognerebbe chiedere com’è possibile che tutto ciò sia accaduto e continui ad accadere, mentre agli italiani, ma anche ai cittadini di Termini, feriti ed offesi, si continuano a chiedere sacrifici immani. Bisognerebbe chiedere loro perchè hanno consentito, e con loro quanti li hanno succeduti, che tutto ciò accadesse, che tremila famiglie, dall’oggi al domani, perdessero ogni certezza, che un’intera comunità venisse defraudata dal proprio futuro.
Soprattutto bisognerebe chiedere agli ultimi governi regionali come hanno consentito questo colpo mortale allo sviluppo dell’Isola, abbandonando al loro destino un pezzo della storia industriale dela Sicilia, rinunciando a combattere per mantenere intatto que lprestigio e quelle prerogative che sono il fondamento dello stesso Statuto sul quale hanno moralmente giurato il giorno del loro insediamento.

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