Ex FIAT Termini Imerese. Monti e le dichiarazioni fallaci … le dimissioni un atto di serietà “da docente”

La vicenda di Termini Imerese è paradigmatica del menefreghismo statale verso l’Isola, per questo L’ALTRA SICILIA chiede le dimissioni immediate del presidente Monti e del ministro Passera per palese incapacità governamentale, per le fallaci dichiarazioni e per lo scarso impegno profuso in un serio piano di salvataggio dell’ex stabilimento fiat di Termini Imerese. L’attacco all’esecutivo nella sua interezza, è ancora più deciso, visto il misero fallimento del piano del governo presentato già da tre anni e considerato il fatto che in questo momento non sono solo i costosissimi macchinari ad essere abbandonati alla ruggine ma soprattutto lo sono il quotidiano e l’avvenire di oltre 3500 famiglie in sospeso tra fame e cassa integrazione in deroga, ormai arrivata agli sgoccioli.

Dopo un anno di discussione e tre di ricerca, questi governi italici che a tutto pensano meno che allo sviluppo della Sicilia, avevano trovato, tramite una società compartecipata, un partner, a dir loro affidabile, il signor Di Risio, fallimentare costruttore di carrucole. Se il governo italico fosse stato un governo serio, avrebbe dovuto ben accorgersi che il signor Di Risio riesce a malapena, e con forti interventi statali, a tenere in vita il suo stabilimento abruzzese, altro che subentrare alla Fiat savoiarda, in una realtà come quella siciliana.

Ma in gioco ci sono gli interessi di 3500 famiglie e per di più siciliane, non la banca di Passera né quelle degli altri compartecipati al governo, quindi nessun problema per Monti e Passera e tutti quei mascalzoni che speculano sulla Sicilia dal 1860. E questo con la complicità dei burattini siciliani di tutti i tempi che, obbedendo alle logiche del portafoglio e del potere personale fine a se stesso, hanno carpito il voto ai loro fratelli, ma soprattutto hanno tolto ogni avvenire a tutti siciliani i quali sembrano proprio non averlo ancora capito (La vicenda delle amministrative a Palermo, con la vittoria di Leoluca Cascio Orlando, appare quantomeno emblematica).

L’ALTRA SICILIA non riesce a capire come possa restare in carica un Governo che si presenta con il fallimento di un suo piano di salvataggio per uno dei maggiori insediamenti industriali e per di più del mezzogiorno, in una zona che ha sempre dato e mai ricevuto.. L’ALTRA SICILIA, ricordiamo per la cronaca, già aveva deciso di adire le vie legali per accusare Fiat e il sig. Marchionne di disastro ambientale continuato, viste le condizioni in cui versa tutta la zona di Termini, in gran parte insistente su ben quattro aree protette, interessata dagli stabilimenti e da tutto l’indotto Fiat.

Pero’ non ci dispiace che la Fiat chiuda Termini, pur con tutti i problemi che questo potrà comportare. Speriamo soltanto che i siciliani aprano finalmente gli occhi e che finalmente, la intellighenzia siciliana onesta, quella che è sempre stata costretta ad emigrare, si metterà anche a costruire automobili siciliane di nuova progettazione negli stessi cantieri di Termini Imerese, dimostrando al mondo che i siciliani veri, quelli della Diaspora, sono in grado di creare e meglio degli altri, soprattutto grazie ai i nostri tanti giovani laureati i quali, se provvisti dei mezzi necessari, potrebbero bloccare il loro esodo ed attuare creazioni fatte in Sicilia che potrebbero portare orgoglio e possibilità occupazionali all’Isola. Ma, a questo punto sorge spontanea l’eterna domanda: dove trovare i fondi ? Per convincere la gente o per far ripartire Termini Imerese?

L’ALTRA SICILIA ribadisce che bisogna epurare la nostra vecchia casta politica in tutte le sue connotazioni e quindi poter avere dei rappresentanti in regione che siano siciliani veri e possano chiedere immediatamente che venga attuato il nostro Statuto di Autonomia in tutte le sue sfaccettature, il solo passaggio verso uno Stato di Sicilia-Nazione a tutti gli effetti, e non per buttare fuori gli italiani e metterci in casa gli americani o i cinesi o i tedeschi, ma solo per restare noi SICILIANI i veri artefici e beneficiari di una rivoluzione ormai necessaria, un nuovo Vespro. (Anche se, bazzicando per l’Isola, beh, non poco scoraggiamento e sfiducia ci coglie…).

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