E’ un falso l’annunciato arresto di Lombardo

Vi proponiamo la cronologia dei fatti della giornata più lunga del mandato del governatore Lombardo:

17.30 Prendo atto positivamente delle dichiarazioni del presidente Lombardo, e sono onorato di far parte di una giunta che ha avviato un percorso di buon governo, riformando settori come quello dei rifiuti, delle acque, dell’energia. Sono cambiamenti che possono creare reazioni e colpi di coda in chi si sente minacciato nei suoi interessi. Lo afferma l’assessore al Turismo della Regione Siciliana, Nino Strano. Alla luce delle chiare e puntuali dichiarazioni del procuratore D’Agata, che abbiamo apprezzato – aggiunge Strano – è auspicabile l’iniziativa del vice presidente dell’Antimafia, Fabio Granata per l’invio degli ispettori, anche a tutela di quella magistratura etnea, la stragrande maggioranza, che lavora proficuamente, lontano dalla luce dei riflettori e senza lenti deformanti.

17.00 Non spero nelle dimissioni di Lombardo perché so già che non arriveranno, ma mi augurerei l’outing del Pd siciliano, e vorrei che i suoi esponenti mostrassero il proprio pentimento per aver permesso ad un governo scellerato di avvantaggiare i potenti e i mafiosi, lasciando gli ultimi a morire. Lo dice Sonia Alfano, europarlamentare di Italia dei Valori e Presidente dell’associazione nazionale familiari vittime della mafia, dopo la notizia pubblicata oggi dal quotidiano la Repubblica, secondo la quale i pm catanesi avrebbero chiesto al gip l’arresto del governatore, del fratello Angelo e di altri politici. Un partito che è stato votato per fare opposizione – sottolinea – in questo momento avrebbe presentato una mozione di sfiducia, mandando a casa Lombardo. Voci, notizie che si rincorrono e grande confusione. Questa é l’immagine della situazione politica attuale in Sicilia vista dal di fuori.- aggiunge – La nostra regione ancora una volta vive un momento tragico ed è terra defraudata, in mano a predatori e prenditori privi di scrupoli e non si può non parlare di elezioni immediate.

16.00 Indignazione per l’ennesima fuga di notizie su un’inchiesta su fatti che ad oggi non c’é dato conoscere è espressa dai legali del parlamentare regionale dell’Udc Fausto Fagone che, secondo un articolo apparso sul quotidiano La Repubblica di oggi sarebbe stato uno dei destinatari dell’ordine di arresto sollecitato dal Gip dalla Procura di Catania. Non occorre essere giuristi, per comprendere la gravità della notizia propalata – affermano gli avvocati Giuseppe Marletta e Luigi Cuscunà – che se avesse trovato riscontro nella realtà, avrebbe rappresentato gravissima violazione delle norme penali, poiché avrebbe consentito la fuga delle persone a cui la misura era indirizzata. Ricordiamo che se tale violazione fosse stata da noi perpetrata, in favore di nostri assistiti, saremmo stati passibili di arresto. Poiché la notizia è già stata smentita dal procuratore capo di Catania, Vincenzo D’Agata, l’onorevole Fausto Fagone si riserva, sul punto, di querelare i responsabili. Non si può consentire che la vita privata e quella pubblica di una persona – aggiungono i due penalisti – possa essere aggredita mediaticamente senza che i responsabili diano conto del loro operato. Questi processi fatti sui mezzi di informazione sono contro lo stato di diritto. Gli avvocati sottolineano che Fagone non ha, ad oggi, avuto alcun ruolo di rilievo nelle dinamiche della politica in provincia di Catania, non ha gestito potere, non ha arricchito né se, né i suoi amici e per coerenza, carattere e storia personale è ed è sempre stato estraneo a qualsivoglia rapporto con ambienti mafiosi e malavitosi. Se qualcuno pensa che l’avversario politico si possa distruggere utilizzando la giustizia – osservano i legali del parlamentare regionale dell’Udc -sappia che la giustizia non si piega ai voleri di alcuno. A tale proposito il nostro assistito si rimette interamente nell’operato dei magistrati della Procura di Catania affinché faccia chiarezza nel più breve tempo possibile.

15.00 Ho sempre avuto piena fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine. Voglio una Sicilia che continui finalmente il percorso di sviluppo nella legalità che abbiamo intrapreso e che si tenta in tutti i modi di fermare. Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, commentando gli articoli che riguardano l’indagine in cui è coinvolto a Catania, apparsi oggi sul quotidiano La Repubblica. Le riforme – aggiunge – che stiamo realizzando non hanno precedenti in Sicilia: nella sanità, nei rifiuti, nella gestione dell’acqua, in campo energetico e nel sistema burocratico. La Sicilia andrà avanti, malgrado attacchi ed avversari sempre più inquietanti. Ringrazio il capo della Procura di Catania, Vincenzo D’Agata, per la limpidezza delle sue dichiarazioni che hanno evitato una gravissima strumentalizzazione che poteva compromettere la tenuta del governo e con esso un percorso storico di cambiamento, impedendo che la Procura divenisse parte in uno scontro micidiale dal quale dipende il futuro dell’isola e financo della mia vita.

Ad appoggiare il governatore anche il Pdl Sicilia che ha diramato una nota. Sosteniamo fortemente il presidente Lombardo nel suo progetto di buon governo, di rinnovamento e di buona amministrazione basato sul virtuosa politica del risparmio della spesa pubblica e sugli investimenti per lo sviluppo della Sicilia e il benessere dei siciliani. Lo afferma il capogruppo del Pdl-Sicilia, Giulia Adamo, che insieme ai parlamentari del partito vicino al sottosegretario Gianfranco Micciché, ha incontrato il presidente della Regione Raffaele Lombardo come atto di solidarietà umana e politica dopo la notizia pubblicata oggi dal quotidiano la Repubblica, secondo la quale i pm catanesi avrebbero chiesto al gip l’arresto del governatore, del fratello Angelo e di altri politici. La sua estraneità ai fatti è data dal forte impegno del governatore nella difficile battaglia contro la criminalità organizzata attraverso importanti riforme: dalla sanità al sistema dei rifiuti. Siamo certi – conclude – che le indagini chiariranno ogni cosa.

15.00 Il comunicato stampa del procuratore di Catania Vincenzo D’Agata, che fa seguito a sue precedenti dichiarazioni nelle quali indicava ‘in un mandante politico la fuga di notizie relativa al presidente Lombardo’, rende opportuna da parte del ministro Alfano la disposizione di un atto ispettivo a salvaguardia sia dell’immagine della magistratura che delle personalità politiche coinvolte. Lo dice Fabio Granata, vice presidente della Commissione nazionale Antimafia. Sono in ballo questioni importanti e il futuro di un’intera regione – aggiunge -. Resto perplesso, come gran parte dell’opinione pubblica, di indagini o addirittura di richieste di arresto per reati gravissimi che, mentre riempiono le cronache nazionali, poi vengono smentite dal responsabile di quell’ufficio giudiziario.

14.15 La Sicilia ha diritto che si faccia quanto prima piena chiarezza sulla vicenda giudiziaria che riguarda il presidente della Regione. Lo dice Giuseppe Lupo, segretario regionale del PD siciliano. E’ necessario – aggiunge – che tutte istituzioni democratiche, a tutti i livelli, operino con rigore ed autorevolezza per garantire il normale svolgimento della vita pubblica e sociale in Sicilia. Il PD siciliano esprime preoccupazione per il protrarsi di una situazione di incertezza, non più tollerabile, che rischia di paralizzare la Regione in un momento di grave crisi economica e sociale. La Sicilia – conclude – ha bisogno di profonde riforme come quelle volute in questi mesi dal Partito Democratico, nell’esclusivo interesse dei siciliani, in settori delicati come acqua e rifiuti, e fondamentali come sviluppo e lavoro.

13.00 I siciliani hanno il diritto di sapere se sono governati da un politico colluso con la mafia o se si tratta di una montatura. E’ quanto afferma a nome di Sinistra Ecologia Libertà, Claudio Fava coordinatore della segreteria nazionale. Il procuratore di Catania – prosegue Fava – invece di smentire seccamente, dica parole definitive sulla vicenda. Un’inchiesta aperta da così tanto tempo sulle massime istituzioni regionali – conclude l’esponente di Sel – pretende dai magistrati inquirenti verità e chiarezza più che rituali smentite.

12.00 Le notizie sulla richiesta d’arresto di Raffaele Lombardo e di suo fratello, pubblicate oggi dal quotidiano ‘la Repubblica’, non mi sorprendono né mi entusiasmano. Lo afferma il co-coordinatore del Pdl in Sicilia, Domenico Nania, che chiede il ritorno alle urne per la Regione Siciliana, riconsegnando il mandato agli elettori. Da mesi sostengo, da quando il Presidente della Regione ha fatto il ribaltone – osserva il senatore del Pdl – che il Governatore della Sicilia dovrebbe avvertire il dovere di dimettersi perché ha tradito il voto degli elettori, imbarcando un partito, il Pd, che ha perso le elezioni. Se il Pd fosse stato quel partito che non è, avrebbe da tempo presentato una mozione di sfiducia e non saremmo qui a discutere di chi più che a governare la Sicilia ha pensato a dividere la sua maggioranza e la stessa opposizione. Il mancato rispetto del voto degli elettori è la vera immoralità politica che denuncio da mesi. Sulle indagini – aggiunge Nania – mi auguro che sia Raffaele Lombardo, da parecchi decenni sulla scena politica, sia suo fratello da qualche anno sulla scena politica, sia tutti gli altri amministratori indagati, riescano a dimostrare la loro estraneità alle accuse. E’ giunto il tempo – conclude il co-coordinatore del Pdl in Sicilia – di riconsegnare il mandato agli elettori e di lasciare ai siciliani la possibilità di scegliere da chi vogliono essere governati.

11.00 Con riferimento a notizie pubblicate sull’edizione odierna del quotidiano La Repubblica – si legge nella nota diffusa dal procuratore Vincenzo D’Agata – al fine di evitare inopportune strumentalizzazioni delle attività dell’ufficio, in vista di finalità che gli sono assolutamente estranee e alle quali non intende prestarsi, la Procura distrettuale di Catania precisa quanto segue: l’ufficio – afferma il procuratore D’Agata – non ha avanzato alcuna richiesta nei confronti del governatore Lombardo o di altri politici; ogni differente notizia al riguardo, comunque diffusa e a qualsiasi personaggio politico riferita – sottolinea il magistrato – è pertanto del tutto priva di ogni fondamento. Allo scopo, infine, di evitare che attraverso iniziative mediatiche, anche dal doveroso riserbo dell’Ufficio si tenti di trarre illazioni circa gli orientamenti, le valutazioni o le determinazioni del medesimo, la Procura distrettuale – conclude il procuratore D’Agata – non interloquirà più in alcun modo sull’argomento. Nell’inchiesta, aperta dalla Procura di Catania dopo indagini svolte dal Ros che ha presentato una rapporto di circa 5 mila pagine al vaglio della Dda etnea, sono indagate circa 70 persone, compresi alcuni politici.

10.45 La Procura della Repubblica di Catania non ha avanzato alcuna richiesta nei confronti del presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo o di altri politici nell’ambito dell’inchiesta aperta sulle indagini del Ros su mafia e appalti. Lo afferma il procuratore capo Vincenzo D’Agata, anticipando all’ANSA il testo di una sua dichiarazione sulla notizia pubblicata oggi dal quotidiano la Repubblica, secondo la quale i pm catanesi avrebbero chiesto al gip l’arresto del governatore, del fratello Angelo e di altri politici.

10.18 La conferenza stampa prevista per le 10.30 nella sala Alessi di palazzo d’Orleans del presidente della Regione Raffaele Lombardo, sulla decisione del prof. Francesco Renda di devolvere alla Biblioteca Centrale della Regione siciliana di Palermo il proprio patrimonio librario, è stata annullata.

8.24 Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo, deputato, devono essere arrestati. L’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa. E con loro, entrambi esponenti dell’Mpa, dovrebbero essere arrestati altri tre politici: due consiglieri regionali siciliani, Fausto Fagone dell’Udc e Giovanni Cristaudo del Pdl (vicino all’area che si riconosce in Gianfranco Micciché e che appoggia il governo regionale di Lombardo), e il sindaco di Palagonia, Francesco Calanducci, anche lui dell’Mpa. Lo scrive Repubblica nell’edizione di oggi, in un pezzo firmato da Francesco Viviano e Alessandra Ziniti. La richiesta di arresto, inviata al giudice delle indagini preliminari, è firmata dal procuratore di Catania Vincenzo D’Agata, dall’aggiunto della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Gennaro e dai sostituti procuratori Agata Santonocito, Iole Boscarino e Antonino Fanara. L’atto suona a conferma che le ipotesi di reato nei confronti di Raffaele e Angelo Lombardo e degli altri indagati (tra questi una settantina di imprenditori, funzionari pubblici e boss della mafia catanese) sono ritenute molto pesanti. La richiesta d’arresto è stata accelerata dalle fughe di notizie sull’inchiesta della Procura di Catania, inchiesta che Repubblica rivelò in marzo. Il provvedimento viene ritenuto urgente anche perché magistrati e carabinieri del Ros temono inquinamento delle prove e tentativi di fuga. Da quando è diventata di dominio pubblico la notizia che il presidente della Regione ed il fratello deputato erano sotto inchiesta, gli indagati avrebbero preso delle precauzioni, cercando di procurarsi pezze d’appoggio per potersi difendere dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Questa è la notizia che, al momento, è solo un’indiscrezione giornalistica che ha già avuto un’eco importante. Livesicilia cercherà di approfondirla e di verificarla, con ogni cautela.

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