E la crisi investe l’ ex gioiello di Alcoa «Modello Termini a Portovesme»

«Lo stabilimento si può salvare. Ma bisogna fare presto: ogni giorno perso sono risorse sprecate». Per Alessandro Profili, direttore degli Affari europei di Alcoa, è possibile trovare una soluzione in grado di scongiurare la chiusura dell’ impianto di alluminio di Portovesme e assicurare un futuro ai quasi mille dipendenti coinvolti, tra diretti e indotto. Sì, ma in che modo? Il modello, secondo Profili, potrebbe essere quello della Trimet di Amburgo, dove grazie al deciso intervento dei pubblici amministratori del land tedesco e al coinvolgimento di imprenditori privati, la fonderia, la cui sorte alla fine del 2006 sembrava segnata, è stata riattivata. Toccherebbe dunque al governatore Ugo Cappellacci fare la prima mossa. Un po’ come in Sicilia. Anche in quel caso la regione guidata da Raffaele Lombardo ha promosso una soluzione per Termini Imerese, lo stabilimento abbandonato dalla Fiat e ora avviato a una nuova gestione. Di certo c’ è che l’ Alcoa, leader mondiale nella produzione di alluminio (61mila dipendenti in 31 Paesi), ha deciso di lasciare l’ Italia, dopo aver chiuso una propria fonderia in Tennessee e due linee produttive nello stabilimento di Rockdale in Texas, oltre a preannunciare il ridimensionamento degli impianti spagnoli di La Coruña e Aviles. «Effetto del tracollo dei prezzi dell’ alluminio scesi del 27% solo nell’ ultimo trimestre – precisa Profili – e delle incerte previsioni per quest’ anno, che non incoraggiano un’ inversione di rotta in tempi rapidi. Ma a pesare sulla decisione per Portovesme hanno contribuito anche altri fattori. Come l’ elevato costo dell’ energia e la posizione geografica sfavorevole, che appesantisce le spese della logistica, dall’ approvvigionamento della materia prima al trasporto del prodotto finito». Per quanto riguarda l’ energia, è appena il caso di ricordare che nel 2010, sempre sotto la minaccia di chiusura dello stabilimento sardo da parte della multinazionale americana, il governo intervenne con una legge speciale, non a caso soprannominata «legge-Alcoa», per garantire forniture elettriche sussidiate e mantenere così i posti di lavoro. Un intervento che ha assicurato il prezzo della bolletta a 30 euro a megawatt («oggi saliti a 36 euro, il 20% in più rispetto all’ accordo originale», si affretta a precisare Profili), la cui scadenza era stata fissata al dicembre 2012 (e con l’ Unione europea, che considerando lo sconto come sussidio, ne chiede ora il rimborso: si tratta di circa 300 milioni che Bruxelles intende recuperare, pari quasi al fatturato di un anno della fonderia). Per questa mattina gli operai di Portovesme si sono dati appuntamento fuori dai cancelli della fabbrica: lavoratori e sindacati daranno vita a un corteo, che potrebbe arrivare fino a Cagliari. Ieri pomeriggio, un’ assemblea-fiume che si è svolta nella sala riunioni della fabbrica del polo industriale di Portoscuso, ha sancito la ripresa della mobilitazione: «La situazione è drammatica», ha commentato Franco Bardi, segretario Fiom Cgil del Sulcis Iglesiente. «Il nostro obiettivo è quello di mantenere lo stabilimento aperto: la produzione di alluminio deve continuare con o senza il colosso americano», ha detto Massimo Cara, della Rsu Cisl. Come, seppure da un approccio diverso, sostengono anche i vertici Alcoa.

501 dipendenti diretti dell’ Alcoa che hanno ricevuto la lettera di messa in mobilità da parte della multinazionale **** L’ ultimatum del gigante Usa 1 Il caso Il colosso americano dell’ alluminio, Alcoa, ha deciso di chiudere la produzione in Italia a causa del crollo dei prezzi. A rischio lo stabilimento sardo di Portovesme: mille i lavoratori coinvolti, indotto compreso 2 La proposta Tra le idee in discussione per scongiurare la chiusura dell’ impianto è il possibile coinvolgimento degli enti locali insieme a imprenditori privati: la Trimet di Amburgo il modello da replicare 3 Gli incontri Domani pomeriggio,in seduta congiunta, si riuniranno, nel piazzale antistante lo stabilimento Alcoa, il Consiglio provinciale e tutti i Consigli comunali del Sulcis Iglesiente.

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