Delrio a Palermo fa il punto sulle infrastrutture: “Possibile salvare una corsia del viadotto Himera”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, Roma, 28 febbraio 2014. ANSA/ GIUSEPPE LAMI

Il ministro Graziano Delrio è a Palermo per fare il punto sulla situazione delle infrastrutture siciliane. A cominciare dai lavori sul viadotto franato dell’A19: “I lavori sul viadotto Himera procedono nel rispetto del cronoprogramma”, ha detto Delrio al suo arrivo all’aeroporto di Punta Raisi, per il quale il ministro ha auspicato un piano di interventi da 70-80 milioni. In serata il sopralluogo dal quale trapela la possibilità di lasciare intatta una carraggiata: “Abbiamo scelto di non demolire subito il viadotto rimasto in piedi, come inizialmente c’era stato detto di fare, perché indagini ulteriori che abbiamo fatto ci dimostravano che c’è la possibilità di conservazione. Ancora non abbiamo la certezza, ma stiamo lavorando per quello, e questo potrebbe consentire un ripristino della viabilità molto più fluido in tempi molto rapidi”. Ha detto il ministro a margine del sopralluogo effettuato questo pomeriggio nel cantiere che sta eseguendo i lavori di ripristino del viadotto Himera, lungo la A19 Palermo-Catania, ceduto alcuni mesi fa. Invece sulla trazzera aperta dai deputati del M5S con il loro finanziamento, Delrio è scettico: “non ci sono le condizioni di sicurezza. Bisogna andare a 20 all’ora, e c’è una pendenza fuori misura. Speriamo che nessuno si faccia male. Questo è l’augurio che facciamo a tutti”.

Il punto sull’aeroporto. “Contiamo molto sull’aeroporto di Palermo, speriamo di riuscire in poco più di due mesi, non di più, a rimettere in piedi un piano credibile di investimenti di 70-80 milioni di euro. Stiamo lavorando per questo per far partire subito i lavori”. Così il ministro dopo l’incontro, insieme al sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, con il presidente dell’Enac Vito Riggio e il presidente della Gesap Fabio Giambrone. “Ho trovato buona disponibilità da parte della società di gestione – ha proseguito – puntiamo molto sull’aeroporto di Palermo, come in generale sugli aeroporti siciliani, pensiamo che quello del capoluogo dell’Isola possa tranquillamente arrivare ad accogliere dieci milioni di passeggeri nei prossimi anni, e quindi deve attrezzarsi per assicurare un’accoglienza e una qualità di servizio all’altezza della sfida che ha davanti. Durante il confronto ho detto abbassiamo i toni e rimbocchiamoci le mani, questo il mio slogan per l’aeroporto di Palermo. Tutte i rilievi tecnici che Enac ha fatto presente – ha concluso – sono sotto analisi e quindi cercheremo di anticipare i tempi sia della pista sia dell’adeguamento dell’aerostazione”.

La visita all’AnsaldoBreda di Carini. Il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio e il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone si sono poi spostati nello stabilimento dell’Ansaldo Breda a Carini dove hanno incontrato gli operai e i dirigenti della fabbrica, attiva nel settore del revamping di materiale rotabile. Nei giorni scorsi, al ministero dello Sviluppo è stata siglata un’intesa tra Rfi, Finmeccanica, Ansaldo Breda, Trenitalia e i sindacati che consente ad Rfi di acquisire la fabbrica di Carini per svolgere attività di costruzione e ristrutturazione di carrozze ferroviarie e l’assunzione di 105 lavoratori su 138 dal gennaio 2016. Ad accogliere il ministro
Delrio nella fabbrica di Carini è presente anche l’ad del gruppo Ansaldo Breda Maurizio Manfellotto “Sono qui per un saluto” ha detto Delrio agli operai. “C’eravamo visti un po’ di mesi fa con il presidente del Consiglio, a Reggio Calabria. Avevamo preso un impegno e cioè che l’operazione industriale che vuole rilanciare Ansaldo con l’alleanza con l’Hitachi non avrebbe lasciato indietro le esperienze, le professionalità, le storie di questo sito anche se i giapponesi non erano interessati”. “Subito dopo insieme all’onorevole Faraone abbiamo contattato i vertici di Ferrovie dello Stato per cercare una soluzione. Mi sono occupato di questa vicenda come sottosegretario, adesso me ne occupo come responsabile delle Ferrovie dello Stato, quindi giochiamo in casa”. “Credo moltissimo nel trasporto su ferro – ha concluso il ministro – e nel trasporto regionale. Il nostro Paese ha bisogno di una vera e propria ‘cura del ferro’: abbiamo bisogno di avere più treni e di rinnovare il nostro materiale rotabile che è vecchio e scadente, abbiamo bisogno di investire sulle nuove linee ferroviarie regionali. E’ chiaro che contiamo moltissimo sul fatto che Rfi e Ferrovie dello Stato giochi un ruolo per la ripresa del Paese”.

I cantieri navali in attesa dei nuovi bacini. Per il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio, il Cantiere navale di Palermo “è un sito importante, non solo per la città e per l’occupazione nel capoluogo siciliano, ma anche per tutto il Paese”. “Qui si può sviluppare l’operazione di riparazione e di ristrutturazione delle navi – ha detto il ministro ai cronisti dopo aver fatto un sopralluogo all’interno dello stabilimento siciliano di Fincantieri – per buona parte dei traffici del Mediterraneo. Ha grandi potenzialità e per questo bisogna migliorare i bacini da 80 mila e 150 mila tonnellate”. “Abbiamo fatto il punto – ha sottolineato Delrio che ha incontrato prima i dirigenti di Fincantieri e poi le Rsu del sito e un gruppo di lavoratori – con l’autorità portuale e con la direzione di Fincantieri: dobbiamo far partire i lavori definitivi di questi bacini per consentire di sviluppare appieno le potenzialità di questo sito”. A chi ha chiesto se c’è l’impegno del governo nazionale a stanziare risorse aggiuntive per le infrastrutture del Cantiere navale siciliano, Delrio ha risposto: “le risorse sono già disponibili per gran parte, se ci fosse bisogno, non abbiamo problemi a completare gli sforzi che la Regione e l’autorità portuale stanno già facendo”.

L’elenco delle emergenze consegnato dai sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno consegnato a Delrio un promemoria con l’elenco delle necessità infrastrutturali della città e della provincia. Un fitto dossier che fotografa la perdurante crisi del territorio. Si parte dall’edilizia e dalle opere già finanziate per 124 milioni e cantierabili da tempo ma ferme, che sono il raddoppio del ponte Corleone (21 milioni già stanziati), la manutenzione del ponte Oreto (3,8 milioni di fondi Fas), il collettore sud orientale di piazza Indipendenza (28 milioni), il sottopasso di via Perpignano (30, 830 milioni), le nuove fognature di via Messina Marine (14,475 milioni), la manutenzione del ponte Corleone (20 milioni), il canale di Boccadifalco (3,740 milioni) pulizia dei canali di gronda della città (2 milioni). Tra le opere nuove da finanziare e progettare i sindacati inseriscono l’ammodernamento della Palermo-Agrigento, la tratta Palermo-Bolognetta; l’ammodernamento e la messa in sicurezza della viabilità secondaria; nuove linee di tram nella città di Palermo; il completamento dell’anello ferroviario, tratta Politeama-Lazio. E poi il tema del rischio di desertificazione industriale di Palermo, con l’indicazione delle priorità, a partire dal cantiere navale, la principale realtà produttiva cittadina fino a tutte le altre vertenze aperte: l’ex Fiat e l’indotto di Termini Imerese, rigenerazione delle aree industriali di Brancaccio, Termini Imerese e Carini (vertenze Italtel, Selital, indotto Ansaldo Breda) e ancora l’Interporto di Termini Imerese, la vertenza Almaviva, gli esuberi alla Telecom e quello dell’ammodernamento della rete elettrica siciliana ad alta, media e bassa tensione e la riattivazione della condotta di Scillato, che portava l’acqua a Palermo.

Il ministro ha poi visitato il cantiere sul viadotto Himera, Stasera l’ultima tappa della visita con la partecipazione a un dibattito sul Mezzogiorno nell’ambito della Festa dell’Unità.

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