Crocetta: quanti gufi, la Sicilia riparte da Termini Imerese

Il 2 maggio 2016, dopo cinque anni di cassa integrazione, tante illusioni, progetti che sembravano decollare ma mai veramente concreti e spesso soltanto speculativi come poi appurato dalla stessa magistratura, almeno per i primi 20 operai si aprono i cancelli della fabbrica per cominciare a costruire componenti per auto ibride in Sicilia, grazie al progetto di Blutec, – società del gruppo Metec Stola -, marchio di carrozzieri piemontesi fondato nel 1919 e comprato nel 2004 dal gruppo RGZ di Roberto Ginatta. Dopo una lunga parentesi durata 5 anni, i lavoratori hanno varcato i cancelli dello stabilimento per la prima volta quasi increduli di aver riottenuto il posto di lavoro tanto da definirlo il primo giorno di lavoro dopo anni di ‘Purgatorio’. Gli operai non torneranno in catena di montaggio, ma disegneranno progetti in 3 D. Dopo la verifica con la Corte dei conti, potrà essere firmato al Mise il cofinanziamento regionale al progetto Blutec per 72 milioni di euro con Invitalia e l’azienda, e sbloccare così i primi 20 milioni in tempi brevi. “Siamo qui senza trionfalismi, senza bande musicali, con la consapevolezza che siamo davanti a un territorio disperato”. “Facevo bene l’operaio di manuntenzione e oggi ci attende questa nuova avventura: l’azienda sta nascendo e’ noi dobbiamo crescere assieme a lei”. “C’è da capire cosa prevede il piano di Blutec più importante che riguarda la produzione di auto ibride – ripete come un mantra il sindacalista – E’ l’unico che può dare risposte anche ai lavoratori dell’indotto”. I primi lavoratori a rientrare in fabbrica, tra i 700 ex Fiat, non hanno ancora completato le ore di corso necessarie per apprendere l’uso di un software di modellazione tridimensionale per la realizzazione di componentistica, previsto dalla prima fase del piano industriale siglato tra Blutec e Invitalia. Intanto, ieri oltre duecento operai ex Fiat sono tornati a riunirsi, sfidando la pioggia, proprio davanti ai cancelli della fabbrica a Termini Imerese, in viale Primo Maggio. E dall’altra degli stanziamenti che il governo ancora non ha approvato. La riapertura e’ un messaggio importante per gli operai e la città – conclude – ma è il primo passo. “Dall’altro lato, Blutec ci ha scommesso e creduto”. Fino a oggi non abbiamo chiesto sconti o aiuti per tenere conti i ordine. Entro il mese di dicembre 2018 scadono gli ammortizzatori sociali. “Se riparte lo stabilimento, riparte anche il Comune”.

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