Crisi Fiat: Una giornata che apre ancora una volta alla speranza

Il ministro Romani ed il presidente Lombardo hanno riconfermato la candidatura della Dr Motors a raccogliere la sfida dell’automotive a Termini Imerese. Per definire i dettagli relativi al reimpiego degli addetti della Fiat e dell’indotto nei prossimi giorni sarà avviato uno specifico tavolo di confronto per entrare nel merito del piano industriale. Resta – ha precisato il Sindaco di Termini Imerese, Burrafato – aperta la partita con Fiat che non può pensare in alcun modo di andare via il 31.12.2011 senza incentivare la mobilita ed attivando quegli eventuali ammortizzatori sociali necessari a mettere in sicurezza tutti i lavoratori. Il giudizio quindi è sospeso fintanto che non sarà vagliato il piano Dr dalle parti sociali.

Un altro importante traguardo e’ stato raggiunto in favore dei lavoratori del comparto di Termini Imerese: la commissione Ue dell’Assemblea regionale siciliana ha approvato il provvedimento, gia’ esitato in terza commissione Attivita’ produttive, che prevede lo stanziamento di 200 milioni di euro per le aziende che subentreranno alla Fiat di Termini e 150 milioni di euro per le infrastrutture. A renderlo noto e’ il parlamentare regionale del Pdl, Salvino Caputo

Il disegno di legge a firma oltre che di Caputo, di Pino Apprendi e Riccardo Savona, rappresenta, un concreto aiuto per i lavoratori – conclude Caputo – che per ora si trovano a protestare per poter tornare a mantenere dignitosamente le proprie famiglie.

A Sergio Marchionne la Fiom non va proprio giù: una minoranza che non la condizionerà. E per l’amministratore delegato della Fiat i contrasti con i sindacati in Italia sono solo ideologici, negli Stati Uniti invece no. È la risposta dell’ad a Maurizio Landini che invoca una mobilitazione sulle strategie e decisioni del Lingotto che vanno da Termini Imerese a Mirafiori. «Noi gestiamo 270mila persone in tutto il mondo. Non possiamo essere condizionati dai comportamenti di una minoranza. Fiat andrà avanti. Spero – ha aggiunto Marchionne a margine dell’inaugurazione di un asilo donato dalla Fiat alla città dell’Aquila – che la maggior parte della gente si renda conto della gravità e della serietà della situazione e della risposta che dobbiamo dare». Marchionne forse non sa che la maggior parte della gente si rende conto della situazione e della sua gravità perché lo vive sulla propria pelle. Basti pensare appunto alle famiglie degli operai dello stabilimento di Termini Imerese che non sanno del loro futuro. Ma l’a.d. Rincara: nella trattativa tra Chrysler e la Uaw, il sindacato americano degli operai automobilistici, «andiamo avanti. L’esito ci sarà di sicuro perché c’è un arbitrato obbligatorio se non troviamo l’accordo. Gli operai continuano a presentarsi al lavoro». E a chi gli ha chiesto se la trattativa per lui sia più facile qui o negli Stati Uniti, risponde: «Non è più o meno facile, è completamente diversa. Lì non c’è un discorso ideologico, qua lo è. Qua da noi sfortunatamente siamo andati a intrecciare il discorso sul lavoro con la politica. Se vogliamo usare le piattaforme industriali per altri discorsi abbiamo sbagliato giudizio».

La proposta Di Risio è l’unica affidabile per lo sviluppo di Termini Imerese. Il prossimo incontro nella sede del ministero dello Sviluppo con l’imprenditore si terrà il 5 ottobre. Per ora, il giudizio dei sindacati resta sospeso. Questo l’esito dell’attesissimo incontro di oggi (27 settembre) al dicastero guidato da Paolo Romani sul futuro dello stabilimento Fiat in chiusura a fine anno con 2.200 posto di lavoro in bilico tra fabbrica e indotto. Ora tutto è nelle mani di Di Risio – spiega il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, uscendo dagli uffici di via Molise – e quindi sarà lui a dover dimostrare l’affidabilità del piano industriale. Noi chiediamo un impegno occupazionale per tutti i lavoratori e chiediamo che venga chiarito lo sviluppo complessivo del piano industriale. Dalla Regione e da Invitalia arrivano parole rassicuranti. Si è preso atto della prospettiva realista dell’offerta di Dr che il governo ci ha annunciato con la garanzia occupazionale per i 1.566 dipendenti dell’impianto, commenta il governatore Raffaele Lombardo. Valuteremo la garanzia della bontà del piano industriale e con i sindacati verificheremo la proposta. Giudizio sospeso dei sindacati sulle soluzioni prospettate dal governo. All’incontro erano presenti i confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl oltre ai rappresentanti delle tute blu (Fiom, Fim, Uilm, Fismic) e tutti insieme sono tornati a ribadire la loro posizione: se non ci sarà una soluzione per tutti i lavoratori, tra dipendenti Fiat e indotto, il Lingotto non potrà lavarsene le mani e dovrà prendersi le sue responsabilità. Dr, secondo quanto indicato dal ministro Romani e da Invitalia, a regime potrà impiegare 1.312 lavoratori, la restante parte dei 1.566 operai che attualmente lavorano allo stabilimento Fiat verrebbe assorbita tra le altre quattro aziende coinvolte e, dopo una verifica sull’anzianità dei lavoratori, per alcuni, almeno un centinaio, si apriranno le porte del prepensionamento. Nel periodo di transizione, se ci sarà l’accordo con i sindacati, saranno messi in campo gli ammortizzatori sociali. Sempre secondo il governo e Invitalia, i lavoratori dell’indotto, circa 800, dovrebbero continuare a lavorare. Il sit-in di protesta degli operai siciliani sotto al ministero dello Sviluppo è terminato nel tardo pomeriggio. La situazione non è per niente bella – ha detto Roberto Mastrosimone della Fiom al megafono. Siamo venuti a Roma per avere risposte ma non le abbiamo avute. Quindi la vertenza è aperta e continua. Il 5 ottobre tutti i sindacati dovranno dare un giudizio di merito sulla proposta alternativa a Fiat. Gli operai hanno poi abbandonato via Molise e, a scaglioni, hanno raggiunto la stazione Termini da dove sono ripartiti per il lungo viaggio verso casa. A condire la giornata ci ha pensato il nuovo botta e risposta tra Marchionne e le tute blu Cgil. La Fiat andrà avanti, non possiamo essere condizionati dai comportamenti di una minoranza, ha detto l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, a margine di una cerimonia a Bazzano (L’Aquila) in risposta alla Fiom che oggi è tornata a parlare di una nuova possibile mobilitazione generale negli stabilimenti del gruppo. Marchionne pensi piuttosto ad evitare che la Fiat diventi minoranza fra i produttori automobilistici europei: così ha risposto a stretto giro di posta Giorgio Airaudo, responsabile auto della Fiom.

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