Le scrivo dopo un’estate che molti lavoratori del Mezzogiorno ricorderanno per la perdita del proprio posto di lavoro e per le dure proteste portate avanti anche a rischio della propria incolumità.
La situazione di Termini Imerese e del suo Polo industriale si sta progressivamente aggravando a causa del trascorrere del tempo senza che sia stata individuata l’azienda che dovrà subentrare alla Fiat ridando fiato all’economia cittadina e siciliana.
L’impegno assunto in sede ministeriale prima della pausa estiva in merito alla convocazione di incontro del Tavolo tecnico incaricato dell’attuazione dell’Accordo di programma per la riqualificazione del Polo industriale di Termini Imerese entro il 15 settembre p.v., sembra essere a questo punto purtroppo ancora disatteso.
Sempre nel corso dell’estate sono state rilasciate dichiarazioni tese a rasserenare gli animi e a far intendere che si stava procedendo speditamente nella ricognizione di nuove manifestazioni di interesse. Tali notizie e dichiarazioni hanno ovviamente creato un clima di attesa, se non addirittura speranza, tra i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali, ma rischiano – in atto – di rimanere disattese.
Le voci circolate ieri circa il “blocco” operato da alcuni parlamentari nei confronti dell’emanazione del decreto attuativo del DL 95/2012 concernente la salvaguardia del diritto alla pensione per gli ulteriori 55mila esodati privi dei requisiti pensionistici (ai sensi della Riforma del sistema pensionistico entrata in vigore quest’anno) non ha sicuramente contribuito a rassicurare gli animi, poiché non chiaro se tra questi ultimi rientrano gli esodati della FIAT, per i quali si era personalmente impegnato il Vice-Ministro del lavoro, prof. Martone, nel corso dell’ultimo incontro da Lei convocato presso il MiSE prima della pausa della pausa estiva.
Né ci incoraggiano le scelte operate da alcune imprese (cfr. nota New Coop del 7.9.2012) che intendevano stabilire i propri impianti produttivi nel Polo industriale utilizzando i benefici previsti dall’Accordo di Programma, le quali hanno chiesto di uscire dalla Short-list costruita da Invitalia nel 2010, a causa del “venir meno di alcune condizioni a supporto” delle loro intenzioni e progetti industriali. I forti ritardi cumulati dal processo attuativo dell’AdP e le sempre più critiche condizioni del mercato rappresentano ostacoli difficili da superare per le imprese e questo fatto, a nostro parere, rischia di compromettere l’intera riqualificazione e rilancio del Polo.
Le segnalo non da ultimo le difficoltà dei lavoratori dell’indotto maggiormente colpiti dalla crisi per il venir meno delle commesse Fiat sin dalla fine dello scorso anno, fatto che può influire sul sistema degli ammortizzatori sociali determinando, forse, difformità rispetto ad altri lavoratori del medesimo Polo usufruiscono.