Preoccupa il mercato del lavoro in Sicilia, con l’occupazione che nel primo semestre del 2010 e’ diminuita del 2,6%, manifestando una accelerazione della caduta registrata rispetto al 2009. Un dato peggiore rispetto a quello nazionale (-0,9%) e a quello meridionale (-1,8%). Gli occupati, a differenza del precedente anno, sono diminuiti sia tra gli uomini (-2,4%), sia tra le donne (-2,9). Il quadro sull’andamento dell’economia in Sicilia e’ stato illustrato stamattina durante la presentazione dell’aggiornamento congiunturale semestrale su L’economia della Sicilia, elaborato dal centro studi della Banca d’Italia, di Palermo. Secondo i dati diffusi oggi, nel primo semestre del 2010 il tasso di occupazione e’ sceso dell’1,4% attestandosi al 42,5%, mentre il tasso di disoccupazione e’ aumentato dell’1,4%, attestandosi al 15,4%. Secondo il report la dinamica calante ha riguardato tutti i settori, a esclusione dell’agricoltura dove il numero dei lavoratori e’ cresciuto dell’8,1% rispetto alla prima parte del 2009. E’ diminuita nell’industria del 3,5%, nelle costruzioni del 10,4%, e nel terziario dell’1,2%. (AGI)
Cento studi Cgil: 40,3% siciliani vicino soglia poverta’
Il 40,3% della popolazione siciliana ha un reddito talmente basso da potere essere considerato povero o prossimo alla poverta’. La Sicilia, inoltre, si presenta oggi come una delle regioni italiane, tutte del Mezzogiorno, con grandi disuguaglianze nella distribuzione del reddito. L’analisi e’ del Cerdfos, il centro studi della Cgil siciliana. L’indagine rivela che su 2.700.000 famiglie in Italia che si trovano nella soglia della poverta’ relativa, il 18% pari a 480 mila famiglie, sono in Sicilia. (ANSA).
Poverta’: 1200 indigenti a tavole mense sociali Palermo
A Palermo almeno 1200 persone al giorno siedono alle tavole di una delle mense dove ricevono un pasto caldo, assistenza e ospitalita’. Di loro non c’e’ traccia nelle statistiche: ”Manca una stima precisa e i dati ufficiali non sono disponibili” spiegano dalla Caritas. Tra gli indigenti vi e’ anche una parte di cosiddetti ”nuovi poveri”: ci sono molti immigrati, ma anche giovani con storie difficili alle spalle e senza un lavoro regolare, cinquantenni disoccupati con famiglie a carico. (ANSA).