“In Italia già dall’Agosto 2011, il governo Berlusconi con l’articolo 8 di quella sua manovra finanziaria sostanzialmente abolì il contratto nazionale di lavoro , permettendo con accordi aziendali, deroghe sui diritti fondamentali dei lavoratori,quali la classificazione e l’inquadramento del personale,l’orario di lavoro, i contratti a termine, quelli a orario ridotto, il regime della solidarietà negli appalti , il ricorso alla somministrazione di lavoro e le modalità di assunzione”.
“Con questo quesito intendiamo abolire le manomissioni e ristabilire la certezza dei diritti per tutti, giovani e anziani , precari e lavoratori stabili , previsti dal contratto nazionale.
Il governo Monti ha continuato l’opera di distruzione del lavoro con la riforma Fornero, cancellando la norma che imponeva il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa o giustificato motivo, a fronte di una sentenza del giudice del lavoro favorevole al lavoratore stesso. L’articolo 18 è stato spogliato della sua funzione e della sua essenza“.
“Le modifiche all’articolo 18 riscrivono con motivazioni inaccettabili un tratto saliente della giurisprudenza del lavoro, prefigurando rapporti sociali e sindacali autoritari che avranno ripercussioni nella vita di tutti i cittadini onesti, cui è stato scippato un diritto fondamentale. I primi licenziamenti già effettuati con la legge Fornero riguardano i giovani”.
“Con questo quesito vogliamo ridare ai lavoratori una protezione contro le ingiustizie restituendo allo statuto dei lavoratori l’articolo 18 nella versione originale , per rispettare i principi della costituzione e rendere esigibili le decisioni della magistratura.”
Nella foto Giovanni Scalia e l’assessore al lavoro del comune di Termini Imerese Giuseppe Volante al banchetto di raccolta firme in Piazza Duomo.