di Emanuele Lauria
Un nuovo capitolo nel tormentato rapporto fra Sgarbi e la giunta di cui, a tempo ancora indefinito, fa parte: tutto nasce, stavolta da un errore, piuttosto goffo, nella redazione del testo della Finanziaria presentata dal governo. Nel testo spunta, a sorpresa, la cancellazione delle Soprintendenze ai Beni culturali. In un comma dell’articolo 14 della legge depositata sabato sera all’Ars è nascosta una norma che rivoluzionerebbe il sistema-cultura nell’Isola: la cancellazione della legge del 1977 che istituiva appunto le Soprintendenze.
Appena sbarcato a Palazzo dei Normanni, il testo non ha mancato di provocare polemiche. Letta la norma, il Pd ha subito annunciato barricate, col capogruppo Giuseppe Lupo che ha chiamato in ballo l’assessore Vittorio Sgarbi. La polemica è arrivata anche sui social, con il parlamentare dem Antonello Cracolici che citando il movimento politico del governatore (“Diventerà bellissima”) aveva ironizzato: “Senza soprintendenze la Sicilia “diventerà un far west'”. All’attacco anche i 5 Stelle: “Il governo Musumeci – dice il deputato Luigi Sunseri – è composto da giuristi sopraffini e lo dimostra il fatto che ha inserito in Finanziaria un articolo che cancella le sopraintendenze dei Beni culturali in Sicilia. Registriamo che l’illustre critico d’arte Vittorio Sgarbi, assessore ai Beni culturali non si è nemmeno accorto di quanto stesse avvenendo nei propri uffici perchè troppo impegnato a lanciare strali contro i grillini”.
A quel punto la precisazione del governo. Lupo riferisce che “il governo ha dichiarato in conferenza dei capigruppo che si tratta di un refuso. E’ chiaro ed evidente che il ruolo delle opposizioni in quest’Assemblea è chiaramente quello di controllare ciò che e previsto dai documenti finanziari, rigo per rigo, parola per parola”. Conferma il capo di gabinetto di Sgarbi, Sergio Gelardi: “Si tratta solo di un refuso nella scrittura della norma: è stata citata la legge 80 del ’77 anziché la 116 del 1980, due leggi che fanno da riferimento per il settore. “Nessuno ha mai pensato di abolire le soprintendenze – aggiunge Gelardi – sarebbe stato eversivo, è stato un errore. Abbiamo già concordato con l’assessore Sgarbi un emendamento per correggere il refuso”. Ma Sgarbi va in direzione diversa: “E’ stato un errore sì, ma salutare. E io sono per l’abolizione delle sovrintendenze in Sicilia, almeno nella struttura attuale. Non devono più essere geografiche ma settoriali, differenziate per competenze: archeologia, antropologia, et cetera. Altrimenti continueremo ad avere figure non qualificate alla guida delle istituzioni culturali in Sicilia”. Posizione contraria a quella del governo (o per lo meno non concordata con nessuno) e anche a quella espressa dal capo di gabinetto dello stesso Sgarbi. Un’altra prova della scoppiettante conviivenza fra Sgarbi e il resto della giunta Musumeci.
In serata, comunque, è arrivato il via libera dal governo Musumeci e della conferenza dei capigruppo alla proroga dell’esercizio provvisorio fino al 30 aprile, quarto e ultimo mese disponibile per approvare i documenti contabili, approdati solo in questi giorni a Palazzo dei Normanni. Il rinvio della discussione al mese prossimo era stato proposto dal Pd.
Ma la domanda più frequente ora è: quanto rimarrà ancora in sella Sgarbi: i 5 Stelle fanno sapere che l’assessore Toto Cordaro, a nome del governo, ha detto in conferenza dei capigruppo che entro sabato sarà nominato un nuovo assessore ai Beni culturali.